Donna ricoverata 11 ore, offese agli operatori dell’ospedale di Vallo: Nursind Salerno replica alle accuse

Il Nursind Salerno replica alle accuse di Aurelio Tommasetti sulla questione della donna ricoverata in ospedale per 11 ore

Di Redazione Infocilento

La segreteria del Nursind Salerno è costretta, ancora una volta, ad intervenire su dichiarazioni offensive e denigratorie di tutti i lavoratori del Presidio ospedaliero San Luca di Vallo della Lucania.

Le ultime, solo in ordine di tempo, sono da riferirsi al consigliere regionale Aurelio Tommasetti.

La nota stampa del Nursind Salerno

Tommasetti, forse dall’alto della sua formazione sanitaria, ha chiesto alle autorità competenti di far luce sul caso di una paziente che, a suo dire e riprendendo la notizia data da quotidiani locali, sarebbe stata ricoverata “per 11 ore” presso l’ospedale vallese, salvo poi affermare che “questo è l’ennesimo caso di mala gestione della sanità pubblica regionale che dimostra l’esclusiva responsabilità della politica fallimentare messa in campo dal governatore De Luca”.

Ancora che “il mio ringraziamento va alle forze dell’ordine per il lavoro che svolgono” e che “solamente il tempestivo e risolutore intervento dei carabinieri ha, infatti, evitato il peggio”.

Le parole di Biagio Tomasco, segretario territoriale

Come spesso accade, gli interventi di persone estranee alla normale gestione sanitaria sono improvvidi ed intempestivi, ingenerando nella comunità un malessere e una mancanza di fiducia nei confronti dell’Ente Pubblico e di chi vi lavora, sebbene in continua emergenza e con spirito di abnegazione”, ha detto Biagio Tomasco, segretario territoriale del Nursind Salerno.

I fatti

Entrando nel merito della questione, se il Consigliere Regionale non avesse commesso l’errore di essere molto irruente e avesse approfondito la vicenda, errore già commesso da altro suo collega in tempi abbastanza recenti, avrebbe scoperto che la paziente ha subito un primo intervento sanitario il 2 gennaio scorso, intorno alle 11:50 circa, per poter essere poi immediatamente instradata presso l’ospedale di Vallo della Lucania dove accedeva al Pronto soccorso intorno alle 12:55 circa.

Successivamente, al Pronto soccorso riceveva tutte le cure del caso e veniva sottoposta a consulenze specialistiche e, intorno alle 14:10, la paziente abbandonava, sua sponte, il Pronto soccorso contro il parere dei medici.

Poi, verso le 16 circa, la stessa paziente rientrava presso il Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Vallo della Lucania, accompagnata dai carabinieri e in preda ad agitazione psicomotoria, cosa per cui veniva sottoposta nuovamente a consulenza specialistica oltre all’effettuazione di nuovi esami ematochimici.

Infine, verso le 21:50, alla paziente ed al marito presente suò posto, veniva consigliata nuova consulenza specialistica che entrambi rifiutavano e quindi si allontanavano dall’ospedale rifiutando di firmare la modulistica loro sottoposta dal personale sanitario del San Luca, che avvisavano i carabinieri dell’avvenuto.

Le accuse

Ora, considerate le accuse di inefficienza rivolte ai sanitari del Pronto soccorso dal consigliere regionale Tommasetti, è facile desumere che la paziente abbia sostato nei locali del Pronto soccorso per un’ora e un quarto al massimo, salvo poi allontanarsi spontaneamente senza nulla dire al personale che, lo vogliamo ricordare, sono degli operatori sanitari e non dei carcerieri.

Osservando la tempistica di quanto elencato, notiamo che la paziente abbia sostato ulteriori cinque ore e dieci minuti presso i locali del Pronto soccorso, dove nuovamente è stata sottoposta a tutte le cure del caso, nessuna esclusa.

Quindi sommando le tempistiche, si arriva ad una permanenza totale di sei ore e venticinque minuti, cosa molto diversa da quanto erroneamente riportata dai media, ovvero 11 ore, e che ha fatto si che si arrivasse alla levata di scudi del consigliere Tommasetti”.

Una vicenda che, dunque, per Tomasco andava approfondita e valutata diversamente dall’ex rettore dell’Università di Salerno.

Non solo, nelle dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione da parte del consigliere regionale, osserviamo un veemente attacco alla sanità pubblica laddove si dichiari che “questo è l’ennesimo caso di mala gestione della sanità pubblica regionale che dimostra l’esclusiva responsabilità della politica fallimentare messa in campo dal governatore De Luca”.

Ebbene, vorremmo capire da Tommasetti dove sia l’episodio di malasanità da lui rilevato, atteso che la paziente abbia avuto accesso alle cure del caso non una, ma ben due volte nella stessa giornata, senza nulla omettere rispetto ad esami diagnostici, di laboratorio e di consulenze specialistiche, il tutto in sei ore e venticinque minuti, non 11.

Purtroppo, il consigliere regionale, in un impeto di competizione politica che nulla ha a che vedere con la sanità e con quanti in essa operino, ha lanciato un epiteto di mala informazione che ha messo in cattiva luce un intero ospedale, dimenticando che tra i compiti istituzionali del buon politico dovrebbe sempre trovare spazio l’approfondimento delle notizie che si vanno a denunciare, con il fine ultimo di perseguire il buon funzionamento della cosa pubblica, come ad esempio, si potrebbe fare presentando un’interrogazione al consiglio regionale sul fenomeno delle baby gang che sta assumendo proporzioni preoccupanti in tutta la Campania.

Il punto di vista del Nursind

Concludendo, il Nursind Salerno, ritiene che l’unica cosa sensata fuoriuscita dalla bagarre mediatica ingenerata dalle dichiarazioni del consigliere regionale Tommasetti, sia quella di approfondire quanto accaduto al fine di riportare le giuste e corrette informazioni all’opinione pubblica, a cui dovranno seguire le pubbliche scuse di chi non ha agito in maniera prudente rispetto ai fatti denunciati.

All’Asl Salerno ed alla Direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Vallo della Lucania, oltre che agli ordini professionali in indirizzo, chiediamo maggiore tutela del buon nome e della professionalità dei sanitari dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, valutando, nel contempo, una volta acclarate le verità sui fatti narrati, se vi sia la possibilità di costituirsi parte civile in un’eventuale azione legale futura”.

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