Oltre duecentomila firme contro il cibo sintetico. L’iniziativa proposta da Coldiretti mira a sollecitare la promulgazione di una legge che ne vieti l’uso, la commercializzazione e di conseguenza la produzione di carne in laboratorio al latte “senza mucche”, fino a pesce senza mari, laghi e fiumi. Insomma contro il cibo sintetico.
Cibo sintetico: le adesioni all’iniziativa di Coldiretti
Anche diversi comuni del Cilento stanno aderendo all’iniziativa. Gli ultimi, ma solo in ordine di tempo, sono stati Altavilla Silentina e Castelnuovo Cilento.
L’obiettivo è quello di scongiurare che sulla spinta delle multinazionali e dei colossi hi tech arrivi sulle nostre tavole cibo prodotto in fabbrica. È una corsa contro il tempo poiché già ad inizio anno potrebbero arrivare le prime richiesti di autorizzazione per l’immissione in commercio di questo cibo. In attesa dell’Unione Europea, il via libera è già arrivato negli Stati Uniti dove il cibo sintetico arriverebbe sulle tavole già entro il primo semestre del 2023.
In corso una campagna di marketing che esalta il mito della sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.
La petizione
Coldiretti ha lanciato una petizione e ha chiesto l’aiuto degli enti locali affinché sottoscrivano un documento contro il cibo sintetico.
«Si tratta di fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione può essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi promossi a livello nazionale e locale. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti in Italia la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech».
I motivi del “no” al cibo sintetico
Per quanto riguarda la “carne” da laboratorio l’associazione precisa che non si tratta di vera e propria carne, ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Esso non salverebbe l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali. Inoltre non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare. Infine non è accessibile a tutti poiché è nelle mani delle grandi multinazionali.
«Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare».