Continua a tenere banco la possibile chiusura dei punti nascita di Sapri e Polla. Ciò a causa del tetto di 400 parti l’anno previsto dal Decreto Balduzzi per mantenere aperti i reparti. Mentre Asl, Regione e amministratori locali stanno valutando le decisioni da intraprendere sul caso sono intervenuti anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle.
Punti nascita: il pensiero del senatore Castiello
«Il requisito minimo di parti in un anno per tenere in vita un punto nascita non può valere per alcune aree interne del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro che, da anni, vivono già molte criticità logistiche e infrastrutturali». A dirlo è il Senatore del Movimento 5 stelle Francesco Castiello che sulla vicenda ha preparato un ordine del giorno che impegna il Governo a modificare il decreto sul numero dei parti.
«L’art. 32 della Costituzione, prevede il diritto ad avere assicurata un’adeguata assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale – continua Castiello – compresa l’assistenza al parto. Per garantire il servizio sanitario regionale deve basare la sua riorganizzazione su dati oggettivi. Per quanto attiene i punti nascita, devono basarsi sull’indice di natalità. Siamo vicini ai cittadini e personalmente farò quanto in mio potere per cercare di mantenere attivi questi servizi e tutelare, ad ogni costo, il servizio sanitario nazionale, pubblico e disponibile per tutti».
Un appello a scongiurare la chiusura è stato rivolto anche alla Regione da parte del consigliere regionale Michele Cammarano.
La posizione de L’Italia del Meridione
Sul caso è intervenuto anche Gianfrancesco Caputo, della segreteria territoriale Campania de L’Italia del Merdione. Il gruppo politico ha chiesto una rivisitazione del Decreto Balduzzi e ha appoggiato la proposta di attribuire ai punti nascita degli ospedali locali ad un’unica struttura con turnazione del personale.
«L’Italia del Meridione nel sollecitare tutti gli Enti pubblici e privati, le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni, a farsi carico di promuovere incontri pubblici con la cittadinanza tutta, al fine di organizzare una “pubblica mobilitazione” a difesa della Salute e dei Diritti di partorienti e nascituri, riterrà direttamente responsabile, sul piano politico, la Regione Campania di eventuali decisioni che possano privare i territori interessati di strutture sanitarie fondamentali come i punti nascita», si legge in una nota.