Sempre meno persone si dedicano alla lettura. Nel 2019 il 35% degli italiani nel corso dell’anno non aveva letto un libro né frequentato un museo, un teatro o un concerto. Una situazione aggravatasi con il lockdown. Nonostante i lunghi periodi di costrizione in casa, la percentuale dei non lettori è passata dal 35 al 40%. Ciò ha fatto si che l’Italia si collocasse ben al di sotto della media europea.
Lettori in calo: la disamina del senatore Castiello
Sul caso è intervenuto il senatore cilentano Francesco Castiello secondo cui «La ragione di questo avvilente divario deve essere individuata nella micragnosa spesa pubblica per la cultura che in Italia è stata sempre tra le più basse in Europa con una spesa del 2,8 x 1000 del PIL contro una media europea del 4,8 % con la conseguenza che biblioteche, teatri e cinema continuano a chiudere i battenti».
Non solo. Da tenere in considerazione c’è anche il diavario tra Nord e Sud. «A livello territoriale si è in presenza di biasimevoli discriminazioni. Nelle regioni del Nord la quota di partecipazione culturale è di 18 punti percentuali più alta rispetto alle regioni del Mezzogiorno ed è di 14 punti più alta nelle aree metropolitane rispetto ai piccoli comuni, che o non hanno una biblioteca civica o, se ce l’hanno, non riescono a tenerla aperta per carenza di personale», osserva Castiello.
L’esempio di Vallo della Lucania
Quindi il parlamentare cilentano fa l’esempio di quanto accade a Vallo della Lucania. La locale biblioteca civica conta 3 mila volumi ed è in forte crescita, con l’obiettivo di superare nei prossimi mesi i 5 mila volumi.
Alle carenze che si registrano in altre parti d’Italia, in particolare relativamente al personale «si è fatto fronte con l’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza, dando attuazione alla legge istitutiva che prevede che, in attesa dell’inserimento nel circuito occupazionale, essi prestino la loro attività nei servizi locali», precisa il parlamentare. «Il loro impiego nel servizio delle biblioteche comunali consente di raggiungere l’ulteriore obiettivo della loro formazione come archivisti e bibliotecari, utile per facilitarne la definitiva collocazione lavorativa», conclude il senatore Castiello, evidenziando l’utilità di una misura che invece il nuovo governo vorrebbe eliminare.