Punto nascita di Sapri: appello dei comuni per scongiurare la chiusura

Punto nascita dell'ospedale di Sapri, i comuni del Golfo di Policastro scendono in campo per scongiurare la chiusura

Di Maria Emilia Cobucci

Comuni in campo per salvaguardare il punto nascita dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri. Il reparto rischia la chiusura a partire dal prossimo 31 dicembre, non raggiungendo la soglia minima dei 400 parti l’anno prevista dal decreto Balduzzi.

Punto nascita di Sapri: l’appello dell’amministrazione comunale

L’amministrazione comunale saprese, guidata dal sindaco Antonio Gentile, ha deciso si formulare istanza alla Regione Campania affinché salvaguardi il punto nascita e a lanciare un appello al Governo e al Parlamento per chiedere la modifica della normativa relativa ai punti nascita che si trovano in aree con condizioni orografiche difficili.

Le ragioni dell’iniziativa

«L’eventualità della soppressione del punto nascita a Sapri, rappresenta un’ipotesi tecnicamente non percorribile, per alcune motivazioni dalle quali non si può’ prescindere», osservano da palazzo di città. «Sui nostri territori non è stata mai prevista una rete per la gestione delle gravidanze a rischio, né nei
nostri presidi ospedalieri sono dedicati dei posti letto, in quanto la prima Terapia Intensiva Neonatale di riferimento è attiva a Battipaglia, distante 131 km da Sapri»,
si legge nel documento dell’amministrazione.

Le gestanti a rischio da Sapri avrebbero difficoltà a raggiungere in tempo tale postazione. A ciò va aggiunto si aggiunge che «in Provincia di Salerno non è codificata tramite rete 118 la rete di trasporto con eliambulanza». E «il punto nascita più’ prossimo è a Lagonegro». Infine da palazzo di città si precisa che a Sapri vi è la più bassa percentuale di tagli cesarei dell’ASL e che la chiusura del punto nascita incrementerebbe la mobilità passiva verso la Basilicata.

Di qui l’appello alle istituzioni. Anche altri comuni hanno seguito l’iniziativa di Sapri, tra i primi Santa Marina e San Giovanni a Piro.

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