Importante operazione interforze coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno Direzione Distrettuale Antimafia. Colpite due associazioni per delinquere di stampo camorristico tra loro federate. Le stesse risulterebbero influenti sui territori dei Comuni di Pagani, Nocera Inferiore, San Marzano sul Sarno, Scafati e di altri Comuni dell’Agro Nocerino Sarnese nonché incidenti anche su alcuni Comuni della Provincia di Napoli. In azione all’alba uomini della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Operazione antimafia: le accuse
Ben 25 i soggetti coinvolti, 24 dei quali finiti in carcere ed uno ai domiciliari in una località protetta. Per loro le accuse sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione illegali di armi, illecita concorrenza con minaccia o violenza e auto-riciclaggio. E, ancora, accuse per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tutte fattispecie aggravate dal metodo e/o dalle finalità mafiose.
Colpiti i clan Fezza De Vivo di Pagani e Giugliano di Poggiomarino. I gruppi criminali sarebbero capeggiati da soggetti, la cui federazione si ritiene costruita attorno alla figura di Rosario Giugliano detto “il minorenne”, grazie agli storici rapporti di alleanza che da sempre lo legano ai vertici delle famiglie di maggior spicco della criminalità paganese.
Le indagini
In base a quanto emerso il clan Fezza De Vivo, guidato da Francesco Fezza e Andrea De Vivo, dopo aver estromesso Antonio Petrosino, avrebbe mantenuto il controllo sul mercato di stupefacenti sul territorio imponendosi con richieste estorsive e riuscendo ad infiltrarsi nell’economia legale in settori particolarmente delicati.
Un esempio è stato quando il clan ha tentato di imporsi nel settore delle sanificazioni con metodi violenti e arrivando al pestaggio di un imprenditore concorrente.
Altre importanti operazioni commerciali poste in essere dal clan avrebbero riguardato l’effettiva acquisizione di attività commerciali e, ancora, il progetto – poi non portato a termine, ideato e condotto unitamente a Rosario Gugliano – di infiltrazione nel consorzio di gestione dei servizi all’interno della zona industriale del Comune di Nocera Inferiore.
Il clan Fezza – De Vivo avrebbe favorito il reimpiego dei proventi illecitamente accumulati ideando un sistema di trasferimento del denaro all’estero, precisamente in Spagna, ove ha altresì avviato un’attività del tipo bar-pasticceria. Non mancava l’attività estorsiva.
La figura di Rosario Giugliano
Al centro dell’operazione antimafia la figura Rosario Gugliano. Nella sua carriera criminale ha riportato numerosi precedenti penali e di polizia, tra i quali emergono — oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso — i reati di omicidio doloso, ricettazione, tentato omicidio e rapina. È stata certificata la sua vicinanza a quelli che sono gli attuali referenti di altre organizzazioni criminali, tra cui soggetti appartenenti ai clan Moccia, Mazzarella e Fabbrocino. Per i fatti ad esso attribuiti ha accumulato condanne per complessivi 227 anni, 7 mesi e 28 giorni di reclusione.
Il Giugliano, scarcerato nei primi mesi del 2020, ha fissato il proprio domicilio a Pagani. Nonostante la distanza dallo storico centro di interessi, è accusato di aver dato vita ad un’associazione per delinquere di stampo camorristico generata nel Comune di Poggiomarino. La stessa sarebbe stata capace di imporsi nei Comuni di Pagani, San Marzano sul Sarno, Scafati e di altri Comuni limitrofi dell’Agro Nocerino Sarnese.
Secondo il GIP la forza e la piena operatività della confederazione hanno trovato espressione in alcune vicende documentate dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno.
Sarebbe stato infatti proprio l’accordo tra i promotori delle due organizzazioni criminali a determinare un’inversione di rotta nella gestione del mercato degli stupefacenti, il cosiddetto “sistema”. Attraverso questo, stando alle accuse, il sodalizio autoctono paganese controllava almeno 10 diverse piazze di spaccio censite sul territorio di Pagani e a Nocera Inferiore.
Sono stati infine documentati episodi estorsivi di cui si ritiene responsabile il gruppo facente capo a Rosario Gugliano. Attività illecite gestite dal capo clan anche dopo l’arresto e nonostante le limitazioni imposte dalle restrizioni carcerarie.
Le misure cautelari
Contestualmente all’esecuzione delle misure restrittive, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno stanno dando esecuzione anche ad un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca avente ad oggetto beni immobili, autoveicoli, rapporti di conto corrente e complessi aziendali per un valore stimato, in via prudenziale, in circa 1.000.000,00 di euro.
Sono in corso approfondimenti su 210 rapporti bancari intestati agli indagati finalizzati a sottoporre a vincolo cautelare disponibilità finanziarie di provenienza illecita.