Si amplia l’inchiesta svolta dalla Digos e dalla Polizia Postale di Genova che ha portato all’arresto di tre giovani, tra cui uno residente nel Cilento. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti i coinvolti utilizzavano una chat Telegram per esaltare ed incoraggiare la violenza, la discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Inchiesta su chat Telegram: il caso del giovane cilentano
Ma ora la Procura ligure indaga anche per istigazione al suicidio e nel mirino è finito proprio il ragazzo originario di Cuneo ma residente a Vallo della Lucania (dove è ai domiciliari). Sarebbe stato lui a inviare nel gruppo Telegram chiamato Blocco Est Europa foto di ragazzine che si procuravano anche lesioni gravi.
In un caso avrebbe raccontato di aver «fatto suicidare una ragazza» (ciò al momento non troverebbe conferma nella realtà). Inoltre sarebbe emerso che il ragazzo vallese abbia detto tra le conversazioni, che i video che mandava «sono fatti da ragazze per me mentre sono a scuola».
Le indagini
Intanto gli investigatori sono al lavoro per ricostruire quanto avveniva nella chat Telegram. Si lavora anche ad identificare i 130 iscritti alla chat, alcuni dei quali risultavano essere solo “spettatori” e dunque non partecipavano attivamente al gruppo. Oltre ai 3 arrestati, tutti giovanissimi, tra i 18 e 21 anni, risultano indagati anche tre minorenni.
Gli agenti hanno sequestrato del materiale, pc e telefoni, con l’obiettivo di individuare la provenienza del materiale video. Sarebbe addirittura emerso che i tre volevano fare una strage a Montecitorio per superare il numero di morti dell’attentato delle Torri Gemelle di New York.
Non solo: avrebbero avviato una campagna di addestramento al tiro con le armi e i bersagli erano alte cariche dello Stato.