Torna d’attualità la questione relativa alla pesca del tonno rosso. Le quantità di pesce da pescare sono legate all’assegnazione di quote da parte dell’Europa agli Stati membri che a loro volta procedono alla ripartizione tra i vari operatori della pesca.
Pesca del tonno rosso: una questione aperta
In passato la marineria cilentana chiese maggiori garanzie per la pesca del tonno rosso ed ora la questione si ripresenta. Sebbene l’Europa abbia incrementato la quota a disposizione dell’Italia, infatti, resta il problema della ripartizione a livello nazionale.
Sul tema sono intervenuti i parlamentari della Lega in commissione Agricoltura alla Camera Micro Carloni, il cilentano Attilio Pierro, Davide Bergamini, Francesco Bruzzone e il responsabile del dipartimento Pesca della Lega, Lorenzo Viviani.
Le richieste della Lega
“La pesca al tonno rosso rappresenta un’importante fonte economica per gli operatori del settore del nostro Paese. Questa specie, vera eccellenza per la filiera ittica italiana, rientra all’interno di un meccanismo di ripartizione di quote fra i vari stati a livello internazionale. L’Italia è a sua volta responsabile della ripartizione della quota di spettanza tra i diversi operatori della pesca. Quota che risulta incrementata, rispetto al 2022, di circa 500 tonnellate, il 10.5% in più”, così il senatore Pierro.
“Questo incremento – aggiunge – rappresenta un’importante opportunità per il settore: pianificare una differente suddivisione della quota aggiuntiva tra i differenti operatori, ad esempio, consentirebbe di sostenere chi esercita la piccola pesca, operatori ad oggi non considerati nel meccanismo di ripartizione in essere, magari introducendo metodi distributivi per aree geografiche o intervalli temporali. La creazione, poi, di una filiera italiana sul tonno rosso consentirebbe di portare sulle nostre tavole un prodotto di elevatissima qualità, spesso non conosciuto, sostenendo al contempo le marinerie del Paese”.
Di qui la decisione di chiedere al ministero «quali siano gli orientamenti per la ripartizione della quota aggiuntiva sul tonno rosso, e se non si ritenga utile creare una filiera al cento per cento italiana da utilizzare per promuovere questo prodotto come volano di occupazione giovanile e accentratore di investimenti».