Accusato della morte di una 24enne in un incidente stradale: sindaco assolto dall’accusa di omicidio

In capo al sindaco pendeva l'accusa di omicidio colposo per la morte di una 24enne. Ora arriva sentenza di non luogo a procedere

Di Erminio Cioffi

Assolto dall’accusa di omicidio colposo il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano. Il primo cittadino aveva ricevuto una richiesta di rinvio a giudizio per la morte di una ragazza di 24 anni. L’incidente si verificò nel 2019 lungo via Cerreta.

Sindaco a giudizio per omicidio: l’incidente del 2019

L’incidente era avvenuto nel mese di dicembre del 2019: Mariapia Di Stasio stava rientrando a casa a bordo della sua automobile quando ha perso il controllo ed è finita così fuori strada, finendo la sua corsa contro un albero. Il suo cuore aveva cessato di battere dopo cinque giorni.

Le parole del sindaco

«Il mio primo pensiero é rivolto alla memoria di Maria Pia che meritava e merita Giustizia.
Ieri c’è stata la terza udienza preliminare, terminata alle 18. Dopo mezz’ora di camera di consiglio, il Giudice ha pronunciato sentenza di “non luogo a procedere” nei miei confronti perché il fatto non sussiste
», dice Pessolano. Sul sindaco pendeva un’accusa grave, quella di omicidio colposo.

«Oggi, per questo, mi sento di ringraziare chi – nella presente vicenda – ha svolto le funzioni di Gup che, con estrema accortezza, ha studiato il fascicolo, esaminando le questioni prospettate dal mio avvocato e sollecitando al pm l’approfondimento di nuovi filoni investigativi», ha proseguito il sindaco di Auletta.

Il pensiero di Pessolano è poi rivolto ai colleghi sindaci. «Questa sentenza é importante, perché ha stabilito un principio che potrà essere invocato come precedente dai Sindaci, sui quali incombe quotidianamente l’incubo di essere sottoposti a processo penale per ogni fatto che coinvolga l’ente, solo perché ne si è il primo cittadino, automaticamente, come una cambiale firmata in bianco al momento dell’elezione.
Alla lettura della sentenza, ho pianto anche per loro. Mariapia meritava di più».

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