San Giuseppe Moscati, originario di Serino di Avellino, nacque a Benevento nel 1880, ma visse quasi sempre a Napoli. Si iscrisse a medicina «unicamente per poter lenire il dolore dei sofferenti». Salvò alcuni malati durante l’eruzione del Vesuvio del 1906; prestò servizio negli Ospedali Riuniti durante l’epidemia di colera del 1911. Negli ultimi dieci anni di vita prevalse l’impegno scientifico. Rifiutò numerosi incarichi per non dover abbandonare i suoi pazienti: «Il mio posto è accanto all’ammalato!».
San Giuseppe Moscati morì improvvisamente a soli 47 anni, il 12 aprile 1927. Fu proclamato Santo il 25 ottobre 1987 da Papa Giovanni Paolo II. Egli è il protettore degli ammalati, dei poveri e dei bisognosi. Ogni giorno centinaia di fedeli sostano in preghiera davanti alla sua tomba nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli.
Nel 2012 ritrovai due lettere autografe di San Giuseppe Moscati che attestavano la sua presenza ad Agropoli. Le due “reliquie” documentano l’amicizia tra San Giuseppe Moscati ed il dottore Amedeo Di Sergio. Nella prima, datata 16 Marzo 1923, San Giuseppe Moscati ringrazia il dottore Amedeo Di Sergio per l’ottima accoglienza ricevuta ad Agropoli. Nella seconda, del giugno 1925, molto più complessa ed articolata, annuncia il suo imminente arrivo ad Agropoli, quasi un presagio, e della terapia medica che avrebbe dovuto seguire Francesco, fratello di Amedeo, per alleviare la malattia che lo affliggeva ed aggiungeva: “(…) ma soprattutto vi ricordo che vi è un Medico al di sopra di noi: Iddio! Di Cui domani è la festa Eucaristica. Vi prego di non privare vostro fratello di questa medicina (che è la Santa Comunione), diteglielo a nome mio. (…)”. Il giorno successivo, giovedì 11 Giugno, Corpus Domini, Francesco, Sindaco di Agropoli per 21 anni, morirà tra le braccia del Santo. Francesco Di Sergio, da Sindaco di Agropoli, pur tra mille difficoltà economiche, sociali e sanitarie (Prima Guerra Mondiale, la “Spagnola” del 1918, l’emigrazione ecc…), nel suo ventennio di sindacato, riuscì a dotare Agropoli di nuove strutture pubbliche e di efficienti servizi pubblici, dando vita ad un innovativo progetto turistico. La sua morte lasciò nella comunità agropolese un profondo vuoto morale e intellettuale. Ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone provenienti da tutto il Cilento.
Le due lettere autografe di San Giuseppe Moscati ci confermano la sua presenza ad Agropoli nel 1923 e nel 1925. Questo mi fa pensare, grazie anche ad alcune testimonianze tramandate negli anni, che San Giuseppe Moscati sia venuto più di due volte ad Agropoli.
Infatti, un’ulteriore testimonianza mi giunse nel 2018 dalla signora Carmela Maria Gigantino. “Mia madre Giovanna Di Luccio mi raccontava che nell’anno 1920, non ricordava il giorno ed il mese, San Giuseppe Moscati era venuto ad Agropoli chiamato da papà, Eugenio Gigantino. La sua presenza era stata richiesta per un consulto specialistico a mia zia Carmela Di Luccio, una ragazza bellissima e non ancora ventenne, affetta da una grave malattia cardiaca. San Giuseppe Moscati, dopo averla visitata accuratamente, a bassa voce e con modi gentili e discreti, comunicò a mio padre che non c’era niente da fare. Il cuore di zia Carmela non si era sviluppato e, purtroppo, non sarebbe vissuta a lungo. Non valsero le preghiere del Santo e di tutta la nostra famiglia, dopo qualche mese la mia dolcissima zia Carmela spirò. Inoltre mia madre mi raccontava che in quell’occasione San Giuseppe Moscati visito anche un altro malato di cui non ricordava il nome”. La sua presenza in quegli anni fu assidua, diventando una vera e propria missione, giacché San Giuseppe Moscati trovò nel borgo di Agropoli una popolazione povera nel corpo e nell’anima. Bisognosa di cure mediche specialistiche gratuite ma, in modo particolare, di intense cure religiose.