Scacco al clan Sangermano, sequestri anche a Scario

Sigilli a due immobili sul Lungomare di Scario appartenenti ad un uomo ritenuto esponente di spicco del clan Sangermano

Di Redazione Infocilento

È delle scorse settimane la notizia dell’arresto di 25 esponenti del clan Sangermano nel napoletano. Un’operazione conseguente all’inchino della Vergine del Rosario davanti alla villa bunker di un capo clan a San Paolo Bel Sito.

Operazione antimafia: scacco al clan Sangermano

In cella sono finiti Agostino Sangermano, il fratello Nicola, ritenuto il suo braccio destro, ed altri soggetti considerati affiliati al clan dell’area nolana.

Coinvolti a vario titolo in vari ruoli dell’organizzazione Luigi Abate, Vincenzo Albi, Gennaro Ariano, Buonincontri Giuseppe, Antonio Catapano, Giuseppe Della Pietra, Salvatore Della Ratta, Giuseppe Foglia, Angelo Grasso, Giuseppe Manzi, Giovanni Marra, Ezio Mercogliano, Francesco Mercogliano, Giovanni Minichini, Clemente Muto, Benedetto Napolitano, Paolo Nappi, Michele Sangermano, Roberto Santulli, Luigi Sepe, Onofrio Sepe, Salvatore Sepe, Luigi Vitale.

I sequestri sul lungomare di Scario

L’operazione ha coinvolto indirettamente anche il Cilento. L’attività della DDA di Napoli, infatti, ha portato al sequestro anche di alcuni locali di Palazzo Pentagna, ottocentesco edificio sito sul Lungomare di Scario. Le unità immobiliari sono riconducibili e Clemente Muto, ritenuto dagli inquirenti “ragionere” del clan, uomo di fiducia dei Sangermano.

I sigilli sono scattati nei giorni scorsi. Muto frequenta spesso la piccola località del Golfo di Policastro, soprattutto d’estate, e l’attività dei carabinieri non ha mancato di suscitare le reazioni della comunità.

Le indagini

A coordinare le attività, eseguite dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, la DDA di Napoli. I destinatari del provvedimento sono accusati di fare parte del clan Sangermano, attivo nell’agro nolano, e sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza, usura, autoriciclaggio e porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo, questi ultimi con l’aggravante delle finalità e delle modalità mafiose. Oltre ai 25 arresti sequestrati immobili, società, autovetture e rapporti finanziari per circa 30 milioni di euro.

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