Omicidio di Paestum, amici e compagni sconvolti: «Difficile metabolizzare l’accaduto»

Omicidio di Paestum, parlano quanti conoscevano la 17enne che ha ucciso la nonna: «Siamo attoniti di fronte a questo dramma»

Di Ernesto Rocco

«Dobbiamo ancora metabolizzare quanto accaduto. Al momento è difficile anche commentare la notizia». A parlare così è don Carlo Pisani, insegnante di religione della classe della 17enne che lo scorso lunedì ha ucciso a coltellate la nonna in via Tavernelle. La giovane frequenta il quarto anno del liceo classico Alfonso Gatto di Agropoli. Una città, quest’ultima, che come Capaccio Paestum è profondamente sconvolta per l’omicidio di Paestum

Agropoli, amici della 17enne sconvolti per l’omicidio di Paestum

Qui in molti conoscono la ragazzina che ha nel centro cilentano un fidanzatino e tutti i suoi amici più cari, a cominciare dai compagni di classe. E sono proprio loro quelli che sono rimasti più colpiti dall’accaduto.

Una tragedia che li ha catapultati in una realtà che fino a ieri pensavano di poter vedere soltanto nei film o nelle fiction. Don Carlo Pisani, docente di religione e parroco della Chiesa Madre di Agropoli, è stato il primo a comprendere il forte malessere dei suoi ragazzi dopo l’omicidio di Paestum.

Ieri mattina, quindi, li ha radunati fuori dall’istituto e a piedi li ha portati fino alla baia di Trentova dove ha provato a riflettere con loro sull’accaduto. A termine di questo confronto lui stesso si mostra ancora incredulo per l’accaduto.

Le reazioni

Con la voce rotta dall’emozione è riuscito a dire soltanto poche parole. «È accaduta una cosa drammatica, lo è in sé e lo è ancora di più nella percezione dei compagni che hanno condiviso 4 anni con lei». Don Carlo parla di una ragazza che si è sempre fatta volere bene e a cui tutti erano legati. «In questo momento dobbiamo renderci conto della realtà», conclude.

«Siamo attoniti di fronte a questo dramma – dice invece la dirigente del liceo Gatto, Anna Vassallo – Una studentessa impegnata, bella, studiosa. La scuola partecipa con grande dolore a questo evento luttuoso, inatteso ed oscuro».

Alcuni docenti hanno provato ad affrontare il problema con i loro allievi, tra i banchi. La didattica ieri è passata inevitabilmente in secondo piano. Si è parlato dell’omicidio di Paestum e della studentessa da ieri trasferita al carcere di Nisida. «È nostro compito affrontare l’accaduto, provare a tirar fuori i sentimenti dei nostri alunni, fargli accettare un episodio anche drammatico che purtroppo fa parte della realtà. In molti di loro avvertiamo smarrimento e non possiamo dargli torto considerato che noi stessi non riusciamo a comprendere cosa possa essere accaduto», dice un professore.

Rebecca si frequentava con un ragazzo ad Agropoli, pare che i due progettassero già il loro futuro insieme. Quanti la conoscono parlano di una brava ragazza, introversa con gli estranei ma che sapeva farsi voler bene, soprattutto dai coetanei. A scuola non aveva problemi e non sembrava ne avesse nemmeno nella sua vita di tutti i giorni. Tutto ciò crea ancora più perplessità su quanto accaduto. Saranno le indagini a chiarire la realtà e forse, a quel punto, anche quanti conoscono Rebecca potranno darsi una spiegazione all’accaduto.

Le parole del sindaco

«La vicenda giudiziaria è una cosa – le parole del sindaco Franco Alfierima la vicenda umana è davvero una tragedia immane per la vittima, per la ragazzina di 17 anni che ha commesso questo delitto efferato, per i genitori e per un’intera comunità. Noi siamo noti nel mondo per altro ma quello che è accaduto ci fa capire che siamo nel mondo. Queste cose ci riportano alla realtà, perché nessuna comunità è immune da questi fatti cruenti ed incredibili che solitamente siamo abituati ad apprendere dalla stampa o dalla tv ma che invece improvvisamente diventano fatti della nostra comunità».

Il primo cittadino conosce il papà della ragazza non in maniera approfondita. «Ma siamo una comunità di 23mila abitanti – dice – per cui ci conosciamo tutti. Al di là della conoscenza, resta un fatto drammatico per questa famiglia. Penso al figlio della vittima che ha perso la mamma e ha una figlia rinchiusa in carcere con l’accusa di omicidio. Una vicenda drammatica, cruenta, che ci lascia sbigottiti e increduli».

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