È trascorsa una settimana da quando è stata ritrovata nel cimitero di Agropoli la bara che si presume appartenga a Pasquale Picariello. La salma è sotto sequestro e non si è proceduto ancora all’identificazione, né al rilevamento di eventuali elementi utili alle indagini da parte dei Ris.
Bara di Pasquale Picariello: la rabbia dei familiari
Sono su tutte le furie i familiari del giovane morto nel maggio di 16 anni fa. «Da una settimana ancora non abbiamo avuto risposte – dice il fratello Mario – la salma è in un locale del cimitero senza adeguato controllo. Siamo noi familiari a sorvegliare il cimitero tutte le notti. Ma non è un compito che spetta a noi ma ai carabinieri. Forse settimana prossima arriveranno i Ris, ma nel frattempo è necessario un controllo perché chi è stato capace di rubare allora la bara potrebbe farlo di nuovo o rimuovere eventuali tracce».
Dure le accuse della famiglia Picariello che chiede giustizia da 3 anni, ovvero da quando nell’ottobre del 2019 la salma del giovane venne trafugata dal suo loculo.
Da allora le indagini non sono riuscite a fare chiarezza sugli autori del macabro furto e fino a pochi giorni fa non si aveva alcuna notizia sulla bara che apparterrebbe al giovane.
La verità sulla bara
Su questo non ha dubbi Luciano Aluotto, custode del cimitero di Agropoli. «Fui io – racconta – ad eseguire la tumulazione dieci anni fa. Ricordo bene che il papà poggiò sulla bara una sigaretta e la sorella un braccialetto. Inoltre mentre posizionavamo la bara nel suo alloggio si ruppe un piede della cassa ed anche quella ritrovata ha un piede rotto».
La bara è ora custodita in un locale del cimitero chiuso al pubblico, ma per i familiari c’è necessità di un controllo costante dell’area che dovrebbero effettuare le forze dell’ordine.