Il Comune di Pollica, retto dal sindaco Stefano Pisani, aderisce al progetto «Cilento community library. Dalla biblioteca un codice culturale condiviso».
Il Comune di Pollica punta sulla cultura aderendo al progetto Cilento community library
L’Ente intende candidare il progetto al bando Biblioteche e comunità per il libro e la lettura (CEPELL) e fondazione con il Sud. Nello specifico, il centro per il libro e la lettura, in collaborazione con l’ANCI e la fondazione con il Sud, intende finanziare progetti di infrastrutturazione sociale e culturale del Mezzogiorno d’Italia; riconosce il ruolo centrale delle biblioteche e l’importanza della diffusione della cultura soprattutto tra le nuove generazioni.
Ecco cosa prevede il bando
Il bando si inserisce nel quadro delle azioni messe in campo dal centro del libro ed è, essenzialmente, finalizzato a migliorare l’apertura sociale delle biblioteche con l’attivazione di progetti culturali, creativi, di natura multidisciplinare; sviluppo, quindi, di processi collaborativi e di innovazione sociale.
Il Comune di Pollica è tra i Comuni in possesso della qualifica di «Città che legge» per il biennio 2020-2021; in quest’ottica l’associazione Controluce intende candidare un’idea progettuale per «mettere in luce» i beni culturali del territorio cilentano, valorizzarli e riempirli di contenuti attraverso il rafforzamento della centralità intellettuale e sociale delle biblioteche.
Le finalità
L’amministrazione comunale, attraverso la concessione dello partenariato al progetto Cilento community library, vuole rafforzare gli strumenti e le azioni della biblioteca «Teodoro Gaza» in modo da ottenere un rafforzamento della centralità strategica della stessa migliorando le attività di inclusione.
Il progetto vuole offrire spazi adeguati allo sviluppo e crescita culturale con la condivisione del patrimonio documentario e informativo, la gestione dei servizi e attività di collaborazione tra pubblico e privato, promozione di attività ricreative.
La Biblioteca non deve essere più concepita solo come un luogo di conservazione e studio, ma anche come un centro di socializzazione e di condivisione, soprattutto dopo i due anni di pandemia, complessi anche per tanti giovani costretti in casa.
La Biblioteca diffusa, quindi, possiamo definirla una realizzazione progressiva di più reti che lavorano in cooperazione tra loro.