Scompare l’ambulanza rianimativa ad Agropoli. Assistenza a rischio

Costi eccessivi, l'ambulanza rianimativa di Agropoli soppressa. A rischio l'assistenza sanitaria nel Cilento

Di Ernesto Rocco

Duro colpo per la sanità in Provincia di Salerno ed in particolare nel Cilento. Dal prossimo primo ottobre l’ambulanza rianimativa della Croce Gialla, di stanza presso l’ex ospedale di Agropoli, cesserà il suo servizio.

Soppressa l’ambulanza rianimativa ad Agropoli: il caso

Insomma l’emergenza ad Agropoli verrà garantita unicamente da due ambulanze con autista ed infermiere a bordo. Un provvedimento comunicato nei giorni scorsi al personale del 118 da parte dell’Asl Salerno che sarebbe motivato dagli eccessivi costi. Al contempo termineranno l’attività anche i medici in pensione, tornati in servizio sulle ambulanze vista l’assenza di personale.

L’importanza del servizio

L’ambulanza rianimativa di Agropoli era fondamentale per il vasto territorio dell’alto Cilento. A bordo, infatti, era presente una equipe con medico rianimatore. Una figura essenziale in caso di soccorsi per casi gravi.

La scelta di far cessare il servizio risulta contestata dagli stessi operatori che temono di trovarsi inermi di fronte alle emergenza più gravi. Inoltre in caso di necessità si rischierebbe di dover far arrivare un’ambulanza da Vallo della Lucania. Ciò in un contesto quale l’emergenza – urgenza, in cui la tempistica è fondamentale.

Ma questo non è l’unico problema: una sola ambulanza rischierebbe di dover coprire un vasto territorio e di non poter rispondere a tutte le emergenze.

Il silenzio della politica

Del caso è stato informato nei giorni scorsi anche Roberto Mutalipassi, sindaco di Agropoli, il quale però non sembra aver dato seguito alle sollecitazioni degli operatori sanitari di contestare il provvedimento dell’Azienda Sanitaria. La speranza è che nei prossimi giorni l’Asl provveda ad integrare il servizio con un’altra associazione di pubblica assistenza.

In caso contrario la perdita dell’ambulanza rianimativa per Agropoli e i cittadini del comprensorio sarebbe un duro colpo, quasi quanto la chiusura dell’ospedale.

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