Processo da rifare. La Corte di Cassazione ha rimandato gli atti alla Corte di Appello gli atti relativi ad un processo per furti di farmaci avvenuto nel Cilento. Alla sbarra l’agropolese F.D.L e P.L., cittadino di Giungano.
Furto di farmaci salvavita nel Cilento: il caso
La sentenza è arrivata nelle scorse settimane ma di recente sono state pubblicate le motivazioni. I due cilentani erano finiti a processo per dei furti di farmaci messi a segno in vari comuni del comprensorio.
Per questo erano stati condannati in primo e secondo grado. I colpi erano stati messi a segno in ospedali e dispensari farmaceutici. Ad essere depredati costosi farmaci per terapie antitumorali.
Le indagini
L’attività di indagine sul furto di farmaci fu portata avanti dai carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania che accertarono una serie di colpi avvenuti a partire dal 2013.
Venne stimato un bottino di circa 150mila euro; ciascun farmaco rubato, infatti poteva costare anche mille euro. I prodotti, poi, sarebbero stati rivenduti sul mercato nero.
La sentenza
Secondo la Corte di Cassazione, però, nell’emettere condanna la Corte d’Appello avrebbe tenuto conto anche di alcune prove ormai inutilizzabili, come le intercettazioni telefoniche. Il caso, quindi, tornerà ai giudici di secondo grado che dovranno giudicare senza tenere conto degli elementi di prova prescritti.