Una lettera aperta ai candidati al Parlamento per sottoporre alla loro attenzione le criticità che vive il comprensorio cilentano a chiedere che, una volta eletti, si impegnino per risolverli. L’iniziativa è di Pantaleo Palladino, già direttore sanitario dell’Asl Salerno, Marcello D’Aiuto, presidente della Fondazione Alario ed Egidio Marchetti, del Comitato per l’Alta Velocità.
Ecco il testo della lettera:
In prossimità delle elezioni del 25 settembre 2022, intendiamo portare all’attenzione dei Candidati al Parlamento, tre delle maggiori problematiche che rallentano il processo di crescita economica e sociale del Cilento.
Chi sarà eletto dovrà necessariamente confrontarsi con tali questioni e fornire soluzioni concrete ai cittadini.
Assistenza sanitaria
Si registrano oggi sul nostro territorio grosse difficoltà nel garantire l’assistenza sanitaria. I tempi di attesa per ricevere prestazioni di I e II livello sono lunghissimi e in alcuni casi, bisogna rivolgersi a strutture accreditate perché il pubblico non risponde.
Non vi è la presa in carico del paziente al fine di verificare quali siano le sue necessità per la cura del suo episodio di malattia.
Ma quello che è più grave è che non viene assolutamente assicurata l’emergenza.
I presidi ospedalieri che appartenevano alla ASL SA 3, Polla, Sapri, Roccadaspide, Agropoli e Vallo della Lucania, che dovrebbe svolgere la funzione di DEA di I° livello, non riescono a garantire l’assistenza per le emergenze cardio-vascolari, per l’ictus cerebrale, per la traumatologia, per gli episodi di emorragia gastro-intestinale, per la presa in carico del paziente neoplastico.
La grave carenza di personale medico e infermieristico impedisce le attività 24 ore su 24 e spesso il paziente che arriva in pronto soccorso non trova le cure necessarie per far fronte alle necessità con gravi conseguenze per la sua sopravvivenza.
È necessario perciò che vengano adottati urgenti provvedimenti affinchè alla sanità pubblica sia garantito il personale necessario. Al momento presso le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali non sono messe in atto le procedure per assumere Direttori di struttura complessa, dirigenti sanitari, personale infermieristico e amministrativo e non vengono assolutamente rispettati i contratti di categoria per motivare il personale in servizio. Manca una gestione organica e l’assistenza sanitaria rimane un’avventura.
Tribunale di Vallo della Lucania
Il Tribunale di Vallo della Lucania rischia, per la ridefinizione della geografia giudiziaria, di essere soppresso. D’altronde è da tempo tra gli ultimi Tribunali d’Italia per efficienza e paga le gravi carenze di magistrati e personale amministrativo.
A ciò si aggiungono i problemi di ordine logistico ed organizzativo che influiscono negativamente sulla attrattività e sulla fruibilità.
La soppressione del Tribunale di Vallo della Lucania sarebbe un fattore di grave impoverimento per il Cilento. Il Tribunale oltre ad essere presidio di legalità è luogo di svolgimento della vita civile, economica e culturale di una comunità.
La situazione attuale, però, non è prorogabile: cittadini ed aziende che si rivolgono all’autorità giudiziaria per veder riconosciuto un diritto meritano risposte adeguate in tempi ragionevoli.
L’impegno delle istituzioni politiche deve essere rivolto innanzitutto a colmare la lacuna di magistrati e personale amministrativo. A livello locale, è necessario garantire collegamenti diretti e frequenti con la stazione ferroviaria di Vallo della Lucania – Castelnuovo e con gli assi viari principali.
Un più ambizioso proposito deve essere quello di ampliare il circondario del Tribunale di Vallo della Lucania fino a comprendere l’intero territorio del Parco del Cilento e Vallo di Diano: un traguardo che aiuterebbe comunità omogenee dal punto di vista culturale e paesaggistico a progettare modelli di sviluppo coerenti ed armoniosi.
Trasporti ed Alta Velocità
Amministrazioni locali, operatori economici e turistici, associazioni ambientaliste e gruppi civici di Azione locale, sono mobilitati contro il progetto Alta Velocità predisposto da Rfi, la cui realizzazione, nelle modalità in cui è stato previsto, sarebbe gravemente penalizzante per lo sviluppo del Cilento, non sostenibile dal punto di vista della tutela degli equilibri socio-economici, in un territorio da questo punto di vista già privo di una rete autostradale e con il rischio palese di perdere i treni a lunga percorrenza (Frecce, Italo etc).
Il percorso prevede l’attraversamento della Piana del Sele fino al Comune di Romagnano al Monte dove una biforcazione dirigerebbe il transito dei treni da un lato verso la Basilicata e dall’altro verso il Vallo di Diano per ritornare poi a reimmettersi lungo la dorsale tirrenica solo sulla costa della Calabria. Una tale configurazione del Progetto esclude la Costa cilentana e il Golfo di Policastro. Va evidenziato che la modulazione del progetto, coordinata dalla commissaria Fiorani, contrasta e smentisce i precedenti orientamenti annunciati da Rfi l’anno precedente, basati sulla velocizzazione dell’attuale linea tirrenica e con la realizzazione di una variante Ogliastro-Sapri. La scelta di un altro percorso determinerà inevitabilmente un progressivo abbandono di interventi di razionalizzazione e potenziamento infrastrutturale con attenzione alla costa cilentana che rappresenta un polmone importante dell’economia turistica.
Le criticità maggiori sono legate all’impoverimento delle dotazioni infrastrutturali ferroviarie e al danno ambientale che la nuova ipotesi del progetto potrà arrecare, a causa della pressione che vari fattori eserciteranno sul territorio interessato. Il percorso si muoverà in asse parallelo con il tracciato dell’Autostrada Salerno-Reggio
Calabria, attraverserà un bacino idrogeologico segnato da criticità di assetto e un comprensorio che include aree protette caratterizzate dalla presenza di importanti emergenze storico-archeologiche. Non da ultimo la realizzazione del percorso richiederà lo scavo di lunghi tratti in galleria che interesseranno il comprensorio degli Alburni. Di grande impatto urbanistico, sociale ed ambientale è inoltre l’abbattimento previsto di oltre cento fabbricati, tra civili abitazioni, aziende agricole e capannoni industriali nei comuni di Campagna ed Eboli.
L’Alta velocità sarebbe per il Cilento, per il Paese e per l’Europa una grande e autentica opportunità nel quadro delle Reti transeuropee, ma si rivelerà veramente tale solo dopo un’adeguata revisione delle attuali progettualità attraverso la riapertura di uno spazio negoziale che democraticamente dia voce ai territori. Si rende necessaria e urgente la riapertura di un tavolo di interlocuzione con le istituzioni preposte al fine di esplicitare le ragioni di forte critica al progetto e soprattutto di alimentare un confronto su scelte che, così come definite, appaiono calate dall’alto ed imposte ai territori interessati.
Siamo di fronte ad un momento storico cruciale, dove le logiche dell’ammodernamento del Paese e dell’efficienza devono compenetrare i bisogni di tutti, garantendo l’equità ed il benessere anche nei territori periferici.
L’impegno delle istituzioni politiche deve essere rivolto restituire pari dignità ai territori ed a rimuovere gli ostacoli che attualmente frenano il processo di sviluppo economico e sociale.
Dott. Pantaleo Palladino
(già Direttore sanitario ASL SA/3)
Avv. Marcello D’Aiuto
(Presidente Fondazione Alario)
Dott. Egidio Marchetti
(Comitato Cilento per l’Alta Velocità)