Accoglienza dei profughi ucraini: Comune sfrutta fondi Pnrr per migliorare i servizi

Un progetto da 300mila euro per favorire l'accoglienza dei profughi ucraini. Ecco l'iniziativa di Atena Lucana

Di Filippo Di Pasquale

La guerra in Ucraina sta avendo nuovi risvolti. Le truppe di Kiev hanno iniziato la controffensiva costringendo i soldati russi ad abbandonare alcuni dei territori occupati. La conclusione della guerra, però, è ancora lontana e resta la crisi umanitaria in atto che ha portato molti ucraini a lasciare il loro paese per rifugiarsi altrove.

Fondi Pnrr per l’accoglienza dei profughi ucraini

Anche i comuni del comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si sono attrezzati per garantire l’accoglienza. C’è anche chi, come Atena Lucana, per realizzare dei progetti volti a favorire non solo l’accoglienza ma anche l’integrazione dei profughi ucraini sfruttando le risorse Pnrr.

Il bando

Tra i bandi previsti nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, infatti, vi è anche quello volto a promuovere il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali e di comunità.

Atena Lucana ha predisposto un progetto che mira ad offrire soluzioni a problemi di disagio e fragilità sociale, mediante la creazione di nuovi servizi e infrastrutture sociali e il miglioramento di quelli esistenti. Ciò determinerà l’aumento del numero di destinatari o il miglioramento della qualità dell’offerta.

Il progetto di Atena Lucana

La proposta progettuale è finalizzata appunto all’accoglienza dei profughi ucraini, garantendo una molteplicità di servizi tutti legati a sostenere l’integrazione. Tra questi uno sportello per l’orientamento, ma anche corsi di apprendimento della lingua italiana, percorsi di inserimento lavorativo, borse lavoro e attività di valutazione e monitoraggio. Al fianco del comune ci sarà la cooperativa Il Sentiero; il progetto, dal titolo “Sotto lo stesso cielo”, avrà un costo di 300mila euro e avrà valenza pluriennale.

I fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr per il potenziamento dei servizi sociali, oltre che per favorire l’accoglienza possono essere utilizzati per l’assistenza domiciliare, per infermiere e ostetriche di comunità, per rafforzamento di piccoli ospedali, per infrastrutture per l’elisoccorso, per realizzare e rafforzare centri per disabili, per centri di consulenza, servizi culturali o sportivi.

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