Quando si parla di bullismo si crede di vivere sempre in un territorio, il Cilento, lontano ed avulso da tali deprecabili atti. Capita poi di ascoltare la storia di Antonio, nome di fantasia che abbiamo adottato per ragioni di privacy, che si trova in un momento delicato della sua adolescenza: il passaggio dalle scuole primarie alle scuole secondarie di primo grado (scuole medie).
Bullismo in Cilento: la storia
Antonio abita in un piccolo paese non molto lontano da Laurino, centro che ospita le scuole che il piccolo dovrà frequentare insieme ai suoi compagni delle primarie. I problemi nascono da una chat di gruppo dove iniziano a decidersi i compagni di banco prima dell’imminente suono della campanella.
In quei messaggi alcuni ragazzini cominciano a scrivere parole irripetibili anche per un adulto. Ad Antonio viene imposto di stare lontano da loro e di occupare banchi in prossimità degli insegnanti di sostegno. Il giovane viene mortificato ripetutamente, anche per la sua fisicità.
La madre del piccolo ha mostrato i messaggi ad una psicologa, volendo un parere sulla natura degli stessi, la specialista non ha avuto alcun dubbio, ritenendoli atti di bullismo.
Le conseguenze
La madre di Antonio ha valutato di spostare il ragazzo in un altro plesso scolastico se la situazione non si appiana.
Fin troppi i casi di violenza verbale che hanno inciso sulla psiche di ragazzi, anche apparentemente forti ma che a lungo andare con uno stillicidio di parole e frasi hanno portato ad estreme conseguenze. Spetta alle istituzioni aiutare in via preventiva prima che sia troppo tardi.