Va in archivio l’edizione 2022 Mediterraneo Video Festival. L’iniziativa è giunta alla XXV edizione. Un traguardo importante che, per il secondo anno consecutivo, ha portato l’evento tra le comunità del Cilento: Stella Cilento, Mandia, Terradura e Ascea.
Mediterraneo Video Festival: chi vince il concorso
L’11 settembre a Palazzo De Dominicis Ricci, Ascea, l’organizzazione ha svelato i nomi dei vincitori del concorso internazionale, scelti da due giurie: una giuria ufficiale, composta da Antonio Vladimir Marino, Dimitri Petrovic e Antonello Carboni, e una giuria giovani, composta da ragazzi rappresentanti delle comunità che ci hanno accolto.
Il premio per il Miglior lungometraggio va ad Amuka di Antonio Spanò, con queste motivazioni:
“Amuka, una storia di resistenza e di amore per la terra. Donne e uomini delle campagne e degli altipiani del Congo, con orgoglio, determinazione e tra mille difficoltà, producono e vendono riso, caffè, latte e olio di palma per sopravvivere, creare lavoro e piccola impresa. Il film, con immagini di vita semplici e dirette, lontane anni luce dai parametri del mondo occidentale, esprime la speranza che i poveri del continente africano non salgano sui barconi “della fortuna” che affollano tragicamente il Mar Mediterraneo, ma restino a casa per una nuova prospettiva di vita”. La Menzione speciale va invece al lungometraggio Rebel Love di Alejandro Bernal Rueda, in quanto “è un film che permette di scoprire un altro volto della storia delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane. Seguendo questa giovane coppia in piena riconversione civile dopo anni di guerriglia nella giungla, si scoprono le sfide del dopo-conflitto: ritrovare il lavoro, riunirsi con la famiglia, ricostruire per proiettarsi nuovamente nell’avvenire, ma ci permette soprattutto di vedere come l’amore può rinascere in tempi di guerra ed espandersi in tempi di pace. Come dice il personaggio principale, “quando si è conosciuta la guerra e si è vissuta la pace, tornare indietro non è più auspicabile”. L’arrivo di un bambino chiude quest’ode alla pace e alla speranza”.
Per la categoria cortometraggi, invece, il premio al Miglior cortometraggio lo conquista Pupus di Miriam Cossu Sparagano Ferraye.
“Per la capacità espressiva e narrativa di cogliere l’innocenza e la dimensione poetica dell’infanzia attraverso uno sguardo delicato, che dona ancora la speranza che l’arte e la conoscenza siano un patrimonio di salvezza”. La Menzione speciale va infine a Come fallire e vivere felici di Alessio Del Donno, in quanto “Il Mediterraneo Video Festival è un festival che ha tra i suoi obiettivi il difendere la diversità della creazione e dello stile. Questo film ci ha emozionati per la sua libertà creativa e per il suo approccio unico e personale. Il personaggio di Guido incarna uno spirito underground e libero; il rifiuto di conformarsi al diktat della società si allinea totalmente allo stile e al soggetto del film. Una scrittura unica, per un soggetto unico”.
La giuria giovani, composta da ragazzi, ha deciso di premiare al Mediterraneo Video Festival 2022 come Miglior cortometraggio Made in di Eva Marìn.
“Il cortometraggio mostra in maniera originale il processo di creazione di un calzino, a partire proprio dal punto di vista di quest’ultimo. Eva Marìn racconta la sua provenienza e la sua storia, soffermandosi sulla quantità d’acqua utilizzata per la sua creazione e mettendo in primo piano la facilità con cui siamo soliti liberarci di oggetti realizzati spesso da persone meno fortunate di noi che, al contrario, apprezzano ogni piccola cosa. In pochi minuti, la regista è riuscita ad esporre il problema in un modo innovativo, semplice e chiaro, permettendo così allo spettatore di riflettere sul terzo mondo, dove niente viene sprecato e ogni singolo oggetto è in grado di ricevere la propria importanza”.
La Menzione speciale invece è stata assegnata a Fuocodentro di Vincenzo Caricari
“Abbiamo trovato questa tematica importante e molto vicina a noi, soprattutto per i numerosi incendi presenti nel nostro territorio. Il cortometraggio, infatti, mostra la flora distrutta dalle azioni dell’uomo e fa luce su un aspetto attuale a cui non viene prestata l’attenzione che meriterebbe. Questo cortometraggio ci rende partecipi di come noi stessi stiamo distruggendo il mondo che, invece, dovremmo proteggere, in quanto è la casa di tutti”.