Da Gioi al Cervati a piedi, è l’iniziativa pensata da circa 3 anni e organizzata poi dall’associazione Off Limits di Gioi, in programma nei giorni di sabato 10 e domenica 11 settembre.
Il commento degli organizzatori
“La nostra Associazione Asd Off Limits da anni porta avanti un progetto “Alla Riscoperta degli antichi sentieri del Cilento” con lo scopo di far riscoprire le bellezze del Cilento, in modo diverso, far percorrere sentieri, oramai del tutto dimenticati e in alcuni casi scomparsi del tutto, che un tempo erano attraversati da viandanti, mercanti, pastori, pellegrini, soldati da ventura – spiega uno degli organizzatori e socio dell’associazione Davide Capozzoli.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di far vivere un’esperienza di ospitalità rurale tramite sentieri che collegano diversi borghi del Cilento interno; un modo per promuovere il turismo Green, facendo attraversare il Cilento.
Dal 2017 lavoriamo, inoltre, alla sentieristica lungo l’antico “sentiero della Croce”, che collega le antiche comunità cilentane attraverso gli storici percorsi che venivano attraversati per giungere a Stio in occasione della Millenaria Fiera della Croce”.
Ecco il progetto “Gioi – Cervati a piedi”
“Si tratta di un sentiero studiato e tracciato prima, poi provato e ripulito da alcuni tratti di vegetazione; il totale del percorso e di 60 km – aggiunge Davide Capozzoli – li faremo in due giorni, 30 km al giorno, una bella impresa.
Il percorso è molto impegnativo sia per i km giornalieri sia per la pendenza; partiremo da una altitudine di 700 m e arriveremo sulla cima del Cervati a 1899 m. La nostra associazione da anni fa escursionismo sul Cervati in tutte le stagioni anche con la neve.
Partiremo sabato mattina alle 6.00 da Gioi (Piazza A. Maio) e contiamo di arrivare in vetta la domenica mattina per ora di pranzo. Saremo un manipolo di amici che si sono allenati da mesa per quest’impresa sia fisicamente che mentalmente. Il viaggio si snoda attraversando colline, vallate, borghi secolari, per poi inerpicarsi tra le rocche della vetta. Lassù la vista ci farà dimenticare la fatica.
All fine della prima tappa, pernotteremo allo Chalet Nicoletti (Laurino) dove ceneremo e riposeremo per poi riprendere il cammino la mattina seguente; Una volta in cima, scenderemo al Rifugio “Rosalia” , versante Piaggine, dove ci attende un pranzo e il resto del team che ci porteranno a casa con mezzi. Siamo sicuri che è un impresa mai provata prima, piena di imprvisti ma siamo convinti che comunque sarà un’altra avventura da ricordare; anche per questo abbiamo pensato ad una maglietta commemorativa della giornata.
Lungo il sentiero faremo un tratto del sentiero dell’antica “Via del Sale”, passando dal passo Alfa di Cannalonga, famoso perchè prima i Greci, poi i Romani lo usavano per commercializzare da Velia al Vallo di Diano; il passo Alfa rappresentava uno snodo importante di comunicazione delle merci tra Velia e il Vallo di Diano”, conclude.
L’antica “Via del Sale”
La maggior parte delle “Vie del Sale” del Cilento partivano e confluivano a Velia e Palinuro per soddisfare necessità prioritarie: la ricerca dei metalli e il raggiungere in un sol giorno di cammino l’opulenta Valle del Tanagro.
Originariamente, partendo da Velia saliva a Castelluccio e proseguendo lungo i crinali delle colline raggiungeva la Contrada Salina di Ceraso, poi proseguiva per l’attuale campo sportivo su fino al cimitero e attraversando quella che oggi è denominata contrada Scognarente arrivava alle cosiddette Terre Rosse raggiungendo Passo Beta che si trova tra il Monte Scuro ed il Monte Gelbison.
Qui cominciava il percorso in discesa verso Pruno Rofrano e stazione di sosta e bivacco per le carovane che partite da Velia dovevano raggiungere la valle del Tanagro.
Da qui raggiungevano l’odierno Buonabitacolo e quindi il Vallo di Diano. Lungo questo percorso oltre al Passo delle Beta e a Pruno erano punti obbligati anche la tempa del Cerro e la Croce di Rofrano.
Con la gente della valle di Tanagro si stabilirono ottimi rapporti commerciali scambiando l’ottimo sale delle loro saline e la ceramica con il pregiato grano che poi veniva trasportato via mare fino ad Atene.
Successivamente, a causa delle continue sfide dei Lucani il percorso fu modificato e fu necessario erigere, sulla sommità della Civitella un complesso fortificato – Frourion – che aveva la funzione di proteggere le carovane.
Il secondo percorso si diversificava a partire dalla contrada Salina poiché proseguiva per Ceraso, la costa delle Monache, il cimitero di Vallo per poi aggiungere il passo Alfa di Cannalonga e da qui giungeva nel Vallo di Diano. Questo percorso si rilevò più facile da attraversare nel lungo periodo invernale perché meno innevato del passo Beta.
Della via del sale si sa che ancora nell’800 fungeva da trait-d’union tra le rive tirreniche e la valle del Tanagro. I Borboni nel ‘700 ne potenziarono l’efficacia costruendovi anche caserme ” Tempa del Cerro” – 859 slm dai cui ruderi è possibile spaziare dalla Civitella a Novi e smarrirsi e fondersi con l’azzurro del mare di Velia per richiamare memorie, siti, epoche, uomini che hanno affidato a queste terre la fiaccola del riscatto, della libertà e della democrazia.