Truffa aggravata in concorso, abuso d’ufficio, peculato, corruzione continuata, tutti a processo gli indagati coinvolti a vario titolo nella maxi inchiesta sul Comune di Casal Velino.
Inchiesta sul Comune di Casal Velino: tutti a processo
Una bufera giudiziaria esplosa nel mese di gennaio dello scorso anno. L’indagine vede coinvolti alcuni amministratori cittadini tra cui il sindaco Silvia Pisapia, funzionari ed imprenditori locali. Al termine delle indagini, per tutti loro è stato chiesto il rinvio a giudizio accolto dal gup del Tribunale di Vallo, Benedetta Rossella Setta.
Agli inizi della vicenda giudiziaria al primo cittadino Pisapia fu applicata, per sei mesi, la misura cautelare di divieto di dimora nel suo comune. L’Ente fu retto dal vice sindaco Domenico Giordano. Ora per entrambi inizierà il processo il 15 settembre.
I coinvolti
Alla sbarra anche Pasquale Cammarota, Angelo Gregorio, Giuseppe Schiavo, Angela Lista, Lucio Esposito, Luigi Rispoli, Domenico Pinto, Massimiliano Lista e Massimo Morinelli.
I reati contestati a vario titolo avrebbero portato ad affidamenti illegittimi di vari servizi con attestazioni false, favori a cooperative amiche e assunzioni fasulle.
Le accuse
L’inchiesta che porterà a processo amministratori, funzionari e imprenditori di Casal Velino è stata diretta dal procuratore Capo di Vallo, Antonio Ricci e dal sostituto Vincenzo Palumbo.
Le indagini, sono state svolte tra il 2015 e il 2018 dai carabinieri della stazione di Acquavella guidati dal maresciallo Domenico Castiello e coordinati, all’epoca dei fatti, dal capitano Mennato Malgieri, comandante della compagnia di Vallo.
Sotto la lente degli inquirenti finirono l’affidamento dei servizi portuali, della raccolta dei rifiuti, dei servizi di manutenzione e delle mense scolastiche. Ma anche una concessione edilizia di dubbia legittimità per la casa del marito del sindaco in zona agricola e una presunta truffa alla Regione per l’ottenimento di finanziamenti per le aree pip.
Dalle indagini che hanno portato al processo, sarebbe emerso che il sindaco di Casal Velino «andando al di là dei compiti istituzionali connessi alla sua carica, si è inserito in provvedimenti non di sua competenza, gestendoli a proprio piacimento».
Il procuratore nelle carte parla di «una macchina burocratica malsana, guidata e strumentalizzata con astuzia attraverso legami con collaboratori e titolari di cooperative aggiudicatrici di appalti pubblici».
I reati contestati sarebbero stati posti in essere «allo scopo di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, di realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori amici in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l’attribuzione ai clientes di posti di lavoro».