Vallo della Lucania: Green Communities per la città del Parco

“Bisogna aprire una nuova stagione e rilanciare insieme alle Comunità del nostro territorio e alle sue eccezionali risorse umane e culturali il tema delle Green Communities”

Di Redazione Infocilento


L’amministrazione Sansone di Vallo della Lucania, abbraccia le Green Communities aderendo alla proposta della Comunità Montana Gelbison e Cervati presieduta da Carmine Laurito che sin dalle prime battute di questo processo, ha aderito al protocollo d’intesa del Comitato promotore nato all’inizio dell’anno tra tre Comunità Montane dell’area interna del Cilento, DIFARMA dell’Università di Salerno e l’Università di Napoli Federico II, su proposta dell’ Unione nazionale dei comuni e comunità enti montani (UNCEM).

Con delibera di Giunta del 12 agosto, l’adesione alla Green Communities, proposta dall’Assessore Nicola Botti, delegato alla Comunità Montana con sede a Vallo della Lucania che con lungimiranza ha saputo costruire un percorso virtuoso previsto nel PNRR nella Componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Le Green Communities impegnano soggetti pubblici, privati, università e terzo settore. Tutti questi soggetti operano insieme, lavorano insieme. Superano steccati e anche certe ridigità per pianificare e definire percorso e obiettivi. Cooperano insieme, nella comunità appunto, per raggiungere gli obiettivi. Un esercizio di democrazia, di nuova sinergia preziosa per i territori montani. E anche in particolare per i piccoli Comuni. Le imprese possono trovare nelle Green Communities punti di legame con investimenti e prodotti che realizzano sostenendo le produzioni biologiche nel primo Biodistretto d’Italia che a distanza di un immenso impegno per tutto il territorio sta raccogliendo i suoi buoni frutti a livello nazionale ed internazionale.

Le Università scoprono nuove traiettorie e elementi formativi, educativi. Il terzo settore, il volontariato organizzato, ma anche datoriali e corpi intermedi, uniscono le forze e la capacità organizzativa, culturale, di azione. Vanno oltre la conservazione e il pregresso, il certo e l’immobile. Innovano.

Dopo il partenariato per l’ecosistema innovativo “Mediterranean Biodiversity Innovation Open System” ( MedBios) approvato dal Comune di Vallo, con capofila il Centro ricerche di Matematica Pura dell’Università di Salerno, unendo le migliori energie nazionali in materia di ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, alta formazione e valorizzazione della ricerca scientifica, finalizzate alla creazione di tecnologie, metodi e innovazioni per la salvaguardia, la protezione e la valorizzazione degli ecosistemi, habitat naturali, varietà delle popolazioni vitali di specie, sicurezza alimentare nonché del miglioramento della salute e del ben-essere dell’uomo, con un approccio multidisciplinare integrato mediante l’intersezione di diversi settori disciplinari legati alla biologia, alla botanica, alla scienza dell’alimentazione, alla fisica, all’ICT, ai sistemi cyber-fisici, ai sistemi di osservazione satellitare, con il supporto dell’innovation management e del diritto dell’innovazione agro-ecologica e agro-alimentare, previsto nell’ex polo fieristico di Vallo della Lucania, sottoposto alle sfide ecologiche della Strategia Europea della Biodiversità 2030 nel GREEN DEAL EUROPEO, questo ulteriore passo verso la sostenibilità, è un vanto dell’amministrazione comunale di Vallo della Lucania sede dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

“Perché non vi è sostenibilità senza innovazione e viceversa” dice il Sindaco Sansone, ed aggiunge “Bisogna aprire una nuova stagione e rilanciare insieme alle Comunità del nostro territorio e alle sue “eccezionali” risorse umane e culturali il tema delle Green Communities in un approccio aperto ed ampio sulla transizione ecologica e i cambiamenti climatici in atto”.

La Missione 1 del PNRR, unita alla Missione 2, le risorse per innovare e per rendere più green non sono cosa diversa. Sono una sola cosa. Perché vanno portate, sui territori. E green è anche smart. I nostri Sindaci e Amministratori lo sanno bene. Perché senza reti non si fanno rinnovabili ed efficienza, senza essere smart non si trasformano e rendono più competitive le imprese forestali o dell’edilizia. E viceversa. Ci crediamo. Occorre costruire questo forte legame.

Le Green Communities si alimentano e plasmano. Il traguardo sarà al 2026, ma quando le risorse saranno tutte spese e rendicontate, non è certo lì che finisce tutto. Il PNRR si deve alimentare in fondi di investimento, in green ed euro bond, in strumenti finanziari che generino investimenti europei. Le Green Communities continueranno a vivere, a crescere a muoversi sui territori grazie alla valorizzazione dei Servizi ecosistemici-ambientali. Serve infatti un cambio di paradigma.

Proviamo a spiegare perché. Questa misura, queste aree, sono quelle dove sperimentare e rendere strutturale la valorizzazione e il pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali (legge 221/2015, articolo 70). Dove avviare un nuovo rapporto tra chi produce e chi consuma i beni naturali, i beni comuni, tra chi prende e non restituisce. Vale anche per le grandi infrastrutture, viarie e ferroviarie che attraversano i territori, tra boschi, paesaggi delle aree montane.

Quali servizi che svolgono i territori sono da “valorizzare”? Li riconosce la legge stessa. Eccoli:
– fissazione del carbonio delle foreste e dell’arboricoltura da legno di proprietà demaniale, collettiva e privata;
– regimazione delle acque nei bacini montani;
– salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche;
– utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche;
– interventi di pulizia e manutenzione dell’alveo dei fiumi e dei torrenti;
– l’agroecologia e il territorio agroforestale, il territorio gestito, remunerando gli imprenditori agricoli che proteggono, tutelano o forniscono i servizi medesimi.

E chi sono i beneficiari di questa valorizzazione? Lo scrive sempre la 221: “i Comuni, le loro Unioni, le aree protette, le fondazioni di bacino montano integrato e le organizzazioni di gestione collettiva dei beni comuni. Dando delle premialità ai Comuni – dunque uniti nelle Green Communities – che utilizzano, in modo sistematico, sistemi di contabilità ambientale per misurare il Benessere equo e sostenibile promosso dall’ISTAT, e certificazioni EMAS per i servizi ambientali con forme innovative di rendicontazione dell’azione amministrativa.

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