POLLICA. Emergono ulteriori dettagli sull’omicidio di Angelo Vassallo. Ieri la Procura di Salerno ha disposto l’esecuzione di perquisizioni nelle abitazioni di nove indagati. Tra di loro ci sono tre carabinieri: il colonnello Fabio Cagnazzo, il suo attendente Luigi Molaro, Lazzaro Cioffi, già arrestato per collusione con i clan.
Omicidio di Angelo Vassallo, gli indagati
Sotto la lente della Procura anche Giuseppe Cirpiano, imprenditore di Scafati che gestiva un cinema ad Acciaroli in quegli anni, ritenuto collegamento tra i fratelli Federico, Giovanni e Domenico Palladino, imprenditori di Pollica, ed esponenti del clan Ridosso, Romolo e Salvatore.
L’accusa, a vario titolo, è di omicidio e associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. A carico di Cagnazzo e Molaro anche quella di depistaggio delle indagini.
Il movente
Il movente dell’omicidio di Angelo Vassallo sarebbe collegato allo spaccio di droga che il sindaco Pescatore aveva scoperto nella sua Acciaroli.
Sembrerebbe che gli stupefacenti arrivavano via mare, attraverso dei gommoni che il cartello degli Scissionisti di Secondigliano spediva nel Cilento e finanche in Calabria. Vassallo scoprì tutto e “rifiutò di farsi corrompere”, come avrebbe rivelato un bass a degli investigatori.
Dopo aver scoperto ciò che accadeva al porto di Acciaroli, il sindaco sarebbe stato avvicinato da Raffaele Maurelli, poi deceduto, indicato come il regista del narcotraffico. Ma Vassallo non aveva “ceduto a un tentativo di corruzione per tacere sulla vicenda”, avrebbe rivelato Romolo Ridosso.
Omicidio di Angelo Vassallo, i depistaggi
Le indagini avrebbero faticato a trovare la pista giusta poiché fin da subito vi sarebbero stato dei depistaggi, così come ha sempre denunciato la fondazione Angelo Vassallo.
Le telecamere di videosorveglianza, ad esempio, vennero acquisite da Cagnazzo e Molaro (all’epoca solo turisti ad Acciaroli) senza delega formale. E ancora: non furono fatti rilievi del Dna (cosa avvenuta solo nel 2017); non fu mai possibile ritrovare l’arma del delitto. Elementi che negli anni scorsi furono anche messi in risalto da un servizio de Le Iene.
Le intercettazioni
E poi ci sono alcune intercettazioni che fanno crescere i dubbi. Nel 2018 la moglie dell’ex carabiniere Lazzaro Cioffi parlava al telefono con la sorella e lasciava comprendere che il marito non era l’unico coinvolto.
DONNA – Ehm hanno fatto… hanno messo tutto quanto insieme. Sono andati a scavare tutto quello che c’era, tutto quanto. Ma poi c’era Cagnazzo. Eh! Ora pure loro pensano che…. non pensano se Lazzaro dice la verita’…
CONCETTA – E intanto il nome e’ venuto fuori solo il suo.
DONNA – E’ venuto fuori solo il suo?
CONCETTA – Uhm
DONNA – Cagnazzo teneva la casa la’.
CONCETTA – Ce l’hai detto che lui era della squadra?
DONNA – Eh!
CONCETTA – E’ venuto fuori solo il nome suo!
DONNA – Si’, si’! Glieli vado a fare io i nomi. Se e’ cosi’, io parlo! Non me ne fotto proprio. Solo mio marito?!
CONCETTA – Va buo’, parli, dici: ‘Ma non ci stavamo solo noi’
DONNA – Eh!
CONCETTA – Eh, eh..! ‘Ed e’ solo indagato mio marito della squadra’.
Secondo la Dda di Salerno da questa intercettazione “si ricava l’intenzione della donna, qualora il marito fosse stato effettivamente coinvolto nelle indagini sull’omicidio, di fornire agli organi investigativi i nomi di tutti i carabinieri della ‘squadra’ che in quelle contingenze temporali erano stati ad Acciaroli e di disvelarne lei stessa – qualora non l’avesse fatto il marito – il loro coinvolgimento nei fatti che, in quel momento, sembravano essere contestati solo a Cioffi”.
L’omicidio di Angelo Vassallo
Il 5 settembre 2010, un sicario armato di pistola calibro 9.21 uccide con nove colpi il sindaco mentre rientra a casa. Il corpo viene trovato nell’auto con il finestrino abbassato e il cellulare in mano.