“Ho accolto con interesse e curiosità, la pubblicazione del nuovo libro del collega Lorenzo Peluso ‘29 Parole 30 Storie’. Doverosa precisazione. Non è un manuale di linguistica. Non è un lavoro editoriale che ha la pretesa di imporsi come manuale specialistico. Il criterio seguito è lineare: associare una o più storie a 29 parole. Perché 29 e non 30? Ce lo spiega l’autore nelle ultime pagine quindi non vi spiegherò il motivo… Ciò che ho apprezzato di più di questo volume, è stato il tentativo (riuscito) di far convergere, in alcune parole, fatti di cronaca locale o storie di vita personale”.
Questo un passaggio della recensione che il docente e giornalista Pierpaolo Fasano ha pubblicato sulla nuova opera letteraria del collega Lorenzo Peluso, “29 Parole 30 Storie”, che sarà presentata a Montesano sulla Marcellana, il prossimo 24 luglio, nel corso della rassegna culturale “Terrazza Montesano”. L’appuntamento è in programma dalle 19,30 sulla terrazza Alda Merini. Alla serata prenderanno parte, oltre all’autore, il giornalista e docente Pierpaolo Fasano, il sindaco di Montesano sulla Marcellana Giuseppe Rinaldi e la presidente del consiglio comunale Marzia Manilia. A moderare l’incontro sarà la giornalista Claudia Monaco.
Con la prefazione del giornalista del Corriere del Mezzogiorno Gabriele Bojano e l’introduzione del docente dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” Ferdinando Longobardi, il nuovo libro di Lorenzo Peluso analizza e riscopre parole di cui spesso facciamo un uso improprio o di cui a volte non consideriamo l’essenza assoluta del significato. Peluso ci invita a riflettere sulle parole quali “essenza del vivere sociale, perché ci offrono l’opportunità del confronto e della condivisione”.
Ventinove parole, dunque, associate a storie di vita e ad avvenimenti a cui l’autore ha assistito nel corso della sua vita sia privata che professionale. Storie intime e personali come quella narrata nel capitolo dedicato a quel nonno di cui orgogliosamente Lorenzo porta il nome, di cui conserva con gelosia un orologio da polso e di cui ci svela con quanta “Saggezza” lo abbia guidato. E storie legate al nostro territorio, a vicende che l’autore, ripercorrendole e analizzandole, ci aiuta a meglio comprendere. C’è ad esempio, nel capitolo intitolato “Enantiosemia”, la ricostruzione dei fatti che hanno interessato il tribunale di Sala Consilina, chiuso nel 2013 e accorpato a quello di Lagonegro. Ma c’è anche la storia del maestro Franco Mastrogiovanni, narrata nel capitolo “Dignità”, “parola della quale abbiamo del tutto smarrito il significato”, dice l’autore che ha seguito in prima persona, da giornalista, il processo che ne è scaturito e di cui in questo libro ci racconta sensazioni e ricordi di un’esperienza che egli stesso definisce spartiacque nella sua vita professionale.