Pacchi per popolazione ucraina: polemica a Roccadaspide

Pacchi per la popolazione ucraina, alle accuse del gruppo Direzione futura replica l'assessore Paola Gorrasi

Di Redazione Infocilento

ROCCADASPIDE. «A seguito di molteplici segnalazioni, in data 13 luglio 2022 è stato rinvenuto un locale comunale (con un grande portone vetrato di accesso e quindi chiaramente visibile ai passanti) pieno di scatoloni e buste, contenenti tra le altre cose: coperte, stivaletti e scarpe per bambini, pigiami, pannolini, ballette d’acqua. A chi sono destinati? Perché sono tenuti in uno stato di evidente abbandono?».

Così il gruppo di minoranza Direzione Futura, cui subito è arrivata la replica da parte di Paola Gorrasi, assessore alle politiche sociali.

«Nel post, con le foto scattate presso gli spazi comunali ove risultano depositati i beni residuati, si chiedeva a chi fossero destinati gli oggetti raccolti e il motivo per cui fossero in “evidente stato di abbandono”.

E’ bene chiarire che le donazioni – per vero molto generose, tanto che in pochi giorni sono stati raccolti decine e decine di pacchi pieni di merce varia – sono state consegnate alla popolazione ucraina tempestivamente e a tutt’oggi, data la mole del materiale raccolto, i volontari sono attivi per continuare nelle operazioni di consegna, chiaramente man mano che il materiale ritenuto necessario viene richiesto, presso le strutture di accoglienza dei profughi ucraini su tutto il territorio.

Ad alcune famiglie ucraine i prodotti donati, in particolar modo quelli alimentari e le medicine, sono stati recapitati immediatamente e sin dal loro arrivo, essendo prodotti che venivano richiesti in preferenza.

Il materiale fotografato, invece, che abbiamo prontamente confezionato in modo che non se ne rovinasse né il contenuto, né l’imballaggio in cui era custodito, è costituito perlopiù da indumenti invernali e beni ritenuti non di primario interesse. Questo il motivo per cui non è stato ritirato.

In pratica, trattandosi di indumenti usati, cioè privi di etichettatura, non è materiale classificabile tra i beni richiesti. Oltretutto, poiché i centri di accoglienza ritirano il materiale invernale solo a partire dal mese di ottobre, ovviamente secondo le necessità, la permanenza presso i depositi comunali si è resa necessaria anche per evitare di ingombrare i punti di raccolta della Protezione Civile, della Caritas e della Croce Rossa a cui ci si è rivolti».

«È probabile, tuttavia, che alcuni pacchi, nel corso delle settimane, possano essersi un po’ rovinati, anche a seguito dei vari spostamenti a cui sono stati sottoposti per recuperare il materiale richiesto.

Naturalmente il materiale che è stato raccolto e risultato non richiesto, al momento depositato nei locali comunali, sarà consegnato ai soggetti e/o centri che ne facciano comunque richiesta, e in tal senso si è già raggiunta una intesa con la Croce Rossa di Capaccio-Paestum per consegnarlo e utilizzarlo comunque secondo le necessità di assistenza alle persone bisognose, definendo così un lavoro che dura ormai da diversi mesi. No, la guerra, purtroppo, non è finita, e la solidarietà per noi è, e resta, un imperativo categorico», osserva Gorrasi.

Poi aggiunge: «L’ironia sull’argomento, che poteva essere affrontato semplicemente informandosi presso gli amministratori e/o i volontari che hanno lavorato alla raccolta, e che ringraziamo profondamente per l’impegno profuso, appare oggettivamente fuori luogo, come lo “scoop” che i redattori del post pensano di aver fatto».

«Sarebbe davvero utile, per tutti, recuperare un po’ di equilibrio e di onestà intellettuale, ma i social ormai divorano ogni cosa, perché il fine che si è attribuito a tali strumenti, soprattutto da parte di chi sistematicamente li usa per tali scopi, è parlare, a prescindere, o peggio alimentare sospetti e gettare fango. Ciò fatto il risultato è centrato – conclude l’assessore – Tutto il resto non conta. Non per noi».

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