AGROPOLI. Si è tenuto ieri, 26 giugno alle ore 15:00, un corso pratico di cesteria e dell’intreccio, nel giardino del Bar “Luna Rossa”, nel centro storico, una delle location più caratteristiche della Città.
In Italia l’arte di intrecciare fibre vegetali è in via d’estinzione. Eppure è un sapere immenso, raffinato e perfettamente sostenibile.
Al corso hanno preso parte tantissime persone tra agropolesi, curiosi e turisti accorsi per imparare un’arte antichissima, ma purtroppo in via d’estinzione.
Abbiamo intervistato Daniela Orrico, Archeologa, guida turistica ed organizzatrice dell’evento. Ci ha spiegato l’importanza di tramandare questo mestiere antichissimo, soprattutto ai giovani e di riscoprire quella che è una vera e propria arte.
Daniela Orrico, è anche l’amministratrice del gruppo Facebook: Te lo regalo se vieni a prenderlo, che ha contribuito alla diffusione di questo evento, il gruppo, infatti, si occupa anche di ecologia e riuso degli oggetti.
Un’antica tradizione: ecco come lavora un cestaio
Un cestaio con un coltellino e un paio di cesoie crea un oggetto resistente, leggero e duraturo, senza l’utilizzo di macchine, prendendo ogni anno ciò che gli serve dalla natura, e senza lasciare rifiuti inquinanti.
Anche i materiali, nel nostro Paese, seguono la biodiversità. Oltre al salice, si intreccia con canna comune, ulivo, olmo, nocciolo, castagno, ginestra, asparto, larice ecc. Racchiusi nei cesti tradizionali ci sono tutte le tecniche di intreccio che possono essere applicati in contesti diversi: solo la fantasia, l’esperienza e la conoscenza dei materiali possono essere i limiti delle nuove applicazioni dell’arte dell’intreccio.