Biliardino come il videopoker. Confesercenti Salerno: “Paese alla deriva”

Il biliardino, i flipper e il ping pong, equiparati alla stregua dei videopoker. Ecco il commento di Confesercenti Salerno

Di Redazione Infocilento

Una notizia davvero curiosa ed inaspettata: i “giochi” della gioventù di milioni di bambini come il biliardino, i flipper e il ping pong, equiparati alla stregua dei videopoker. Tutti sono tenuti a denunciare questi giochi di intrattenimento specie estivi che di solito sono tipici della stagione balneare all’agenzia delle Dogane, anche se gratuiti, e si deve attendere l’autorizzazione, in assenza arriverebbero, e sono già arrivate, sanzioni salatissime pari a circa 4000 euro.

Biliardino come il videopoker: la legge

Il provvedimento riguarda anche il mondo dell’intrattenimento ludico e delle associazioni dove questi passatempo, vere icone della convivialità e del gioco, sono spesso gratuiti. E’ questa una legge del 2003 alla quale è seguita una interpretazione estensiva per tutti i giochi senza vincite in denaro nel 2021 poi entrata definitivamente in vigore a giugno 2022.

Il commento

«Le segnalazioni di possesso o noleggio di questi giochi andavano fatte entro il 15 giugno 2022 ma pochi conoscevano questa ennesima trappola burocratica questa chiara distorsione amministrativa difficile oggi da digerire – dichiara il presidente provinciale di Confesercenti Raffaele Esposito molti operatori del gioco legale stanno in questi giorni adempiendo al rispetto della norma, resta la delusione di provvedimenti normativi che complicano di molto e forse troppo quasi tutti gli aspetti della nostra vita anche quelli più genuini – prosegue Esposito – con un sistema economico e sociale dilaniato da “crisi” senza precedenti tutto diventa più difficile ed in salita alla faccia della ripartenza».

«Speriamo che la “politica” torni presto a preoccuparsi di aspetti importanti e fondamentali della vita di imprese e famiglie garantendo semplificazione amministrativa e semplicità delle norme. Le persone comuni fanno già i conti con la drammaticità quotidiana del carovita e non hanno più nemmeno voglia di leggere queste fantasiose realtà normative», conclude Esposito

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