Castelcivita: proseguono i lavori per il recupero del Monastero di Santa Sofia

Proseguono i lavori di recupero e riqualificazione del Monastero di Santa Sofia, oggi Convento di Santa Gertrude

Di Roberta Foccillo

CASTELCIVITA. Prosegue l’iter per la riqualificazione e rifunzionalizzazione del Monastero di Santa Sofia (Convento di Santa Gertrude), fiore all’occhiello del Comune, guidato dal sindaco Antonio Forziati.

Riqualificazione del Monastero a Castelcivita: ecco l’iter dei lavori e il progetto

Il progetto dei lavori, prevede una spesa complessiva pari a € 4.111.786,11. A seguito di alcune modifiche strutturali, la direzione dei lavori, ha provveduto ad aggiornare la sezione degli impianti tecnologici; quello elettrico, idrico, riscaldamento/condizionamento, rete informatica ecc.

Gli interventi di riqualificazione, risalgono al 2006; approvato il progetto preliminare per lavori di recupero, veniva successivamente approvato il progetto definitivo dell’opera, nell’importo complessivo di 3 milioni di euro. Il progetto finanziato dalla Regione Campania, attraverso i fondi disponibili del Por Campania.

Con delibera di Giunta del 2021, approvato il progetto di variante dell’intervento; contenente tutte le variazioni architettoniche puntuali fino allora apportate e le modifiche strutturali già approvate.

Cenni storici sul Convento di Santa Gertrude

Da piazza Santa Sofia, imboccata la strada che conduce al centro storico; poi, via Gabriele D’Annunzio, si arriva al Monastero di Santa Sofia, oggi detto di Santa Gertrude, fondata dalle Francescane dell’Ordine di Santa Chiara il 28 ottobre del 1588.

Sull’imponente altare maggiore della chiesa, ad un’unica navata, si ammira la Pietà, capolavoro di Giovanni de Gregorio, detto il Pietrafesa, dipinta nel 1627. In controfacciata, si eleva la cantoria in legno, la cui balaustra è dipinta con leziose figure di gusto tardo rococò. Innalzata nel 1761, durante la reggenza di suor Candida Bellelli.

Usciti dagli ambienti monastici, poche decine di metri, in via Nicola Agosto, si può visitare il museo della Civiltà Contadina; a pochi passi l’antichissima parrocchia di San Cono, chiesa ultimata nel 1344.

Varcato il portone ligneo del 1580 circa, detto de la Perdonanza, si entra nell’ampia aula dell’edificio. Notevole interesse rivestono l’altare maggiore del 1760, opera di Giovanni La Mania, marmoraro di Padula e il tronetto ligneo che lo sovrasta, innalzato nel 1911, per accogliervi la scultura de la Vergine di Costantinopoli; speciale Protettrice di Castelcivita sono settecenteschi il coro ligneo e l’organo in controfacciata; secentesco, invece, il pulpito, con i basso rilievi degli Evangelisti e di San Cono sul prospetto.

L’opera, una volta ultimata, rappresenterà un motivo ulteriore di richiamo per i turisti attratti dalle Grotte di Castelcivita e dalla suggestiva Torre Angioina.

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