Con l’avvicinarsi dell’estate si leva nuovamente il grido dall’allarme degli imprenditori che non riescono a trovare lavoratori stagionali da assumere nelle loro attività. La colpa? Sarebbe imputabile al reddito di cittadinanza. In molti preferiscono prendere il sussidio anziché lavorare per pochi mesi.
Poco importano contratto e stipendio. Meglio il reddito di cittadinanza tutto l’anno che un lavoro per quattro mesi.
Cuochi, pizzaioli, camerieri, sono sempre più introvabili. «Un tempo non era così, oggi preferiscono prendere il reddito di cittadinanza, ci dicono che sono disponibili a lavorare in nero per non perdere il sussidio», dice un ristoratore di Agropoli.
Ma la situazione è diffusa ovunque, soprattutto nelle località costiere. Anche la nostra redazione riceve quotidianamente richieste da parte di aziende che hanno necessità di personale. L’ultima è un’impresa di pulizie che offre lavoro in alberghi della costiera cilentana e amalfitana: «Nonostante gli annunci non troviamo personale, rischiamo di non poter fare garantire il servizio per i quali siamo stati ingaggiati».
Ma è davvero colpa soltanto del reddito di cittadinanza? Molti lavoratori sostengono il contrario. «A tanti non conviene lavorare per 10 ore ed anche di più al giorno con stipendi da fame», dice un giovane che per anni ha lavorato come stagionale. «Gli schiavi sono finiti», il commento di un altro giovane.
Ma c’è anche chi evidenzia come i tempi siano cambiati: «Un tempo i ragazzi terminata la scuola cercavano lavoretti da fare per mantenersi, ora pare non serva più e il settore è in crisi».
Di fatto molte attività oggi hanno evidenti difficoltà ad aprire. Questo è l’unico dato di fatto.