CICERALE. Dopo due anni, ritornano i solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio il 23 aprile, festa molto sentita da tutta la comunità di Cicerale.
La Diocesi di Vallo della Lucania e la Parrocchia San Giorgio Martire, hanno pubblicato un avviso contenente tutti i dettagli sui festeggiamenti in onore del Santo.
Sabato alle 08:00, si parte con la banda di Cicerale, che suonerà per le vie del paese annunciando, così, l’inizio della festa.
Alle 17:30 Santa Messa Solenne e a seguire la tradizionale processione per le vie del paese, un momento molto atteso, dopo lo stop dovuto alla pandemia.
Una leggenda narra che il Santo salvò il paese dalla distruzione
Il Santo è venerato sia ad aprile che il 19 agosto quando anche gli emigranti tornano in paese per questa solennità. In passato, invece, la data del 23 aprile era un momento non solo per far festa ma anche per affidare una preghiera al santo affinché il raccolto futuro fosse benevolo.
La venerazione di San Giorgio Martire risale a tempi antichissimi. Diverse, infatti, sono le leggende che riguardano il Santo: la più recente è collegata alla guerra, quando dei soldati tedeschi provenienti da Monteforte Cilento, si recarono a Cicerale con il chiaro intento di distruggere il paese.
Giunti in località Ceraso, però, incontrarono sul loro cammino un generale in groppa ad un cavallo bianco che con tono autoritario chiese loro dove stessero andando. “Cicerale risposero”. Il militare gli indicò la strada che portava al fiume Alento, riuscendo ad allontanarli dal villaggio. Il cammino dei soldati tedeschi terminò a Rutino.
Qui incontrarono anche il loro comandante. “Avete distrutto Cicerale come vi è stato ordinato?” chiese quest’ultimo. I soldati naturalmente risposero di no e raccontarono la strana vicenda. Il comandante, molto adirato, chiese di essere accompagnato a Cicerale per incontrare il generale ma giunti nel luogo dell’apparizione incontrarono solo un vecchietto il quale rispose con voce roca e tremolante “Beati voi che avete un Santo che vi protegge”.
I soldati andarono via e il paese, grazie a San Giorgio, fu salvo.