“Quando prevenire è peggio che punire”: venerdì la presentazione a Sapri

L'opera racconta storie di imprenditori estranei alla mafia e “condannati” da informazioni interdittive e misure di prevenzione antimafia

Di Comunicato Stampa

SAPRI. Venerdì 22 aprile alle ore 18.00 presso l’aula consiliare del Comune di Sapri, si terrà un incontro organizzato dall’Associazione Culturale Proudhon e dall’Associazione Nessuno Tocchi Caino, in sinergia con l’Assessorato al Turismo del Comune di Sapri e la Provincia di Salerno. All’incontro saranno presenti: Rita Bernardini, Presidente della Associazione Nessuno Tocchi Caino, Sergio D’Elia, Segretario dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino, Elisabetta Zamparutti Tesoriere dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino, i quali presenteranno il libro “Quando prevenire è peggio che punire, torti e tormenti dell’Inquisizione Antimafia”.

Il programma dell’evento

Dopo i saluti introduttivi da parte del presidente dell’Associazione Culturale Proudhon Vincenzo Folgieri, e i saluti istituzionali da parte del Sindaco di Sapri Dott. Antonio Gentile, dell’Assessore Comunale al Turismo Avv. Amalia Morabito, e del Consigliere Provinciale Delegato al Turismo Dott. Pasquale Sorrentino, dialogheranno insieme agli illustri ospiti, l’Avv. Giacomo Massimo Ciullo, Consigliere Comunale della Città di Brindisi ed esponente dell’Associazione Culturale Proudhon, e Gianfrancesco Caputo, scrittore e opinionista.

Il libro

Il libro “Quando prevenire è peggio che punire, torti e tormenti dell’Inquisizione Antimafia” racconta, storie di imprenditori estranei alla mafia e “condannati” da informazioni interdittive e misure di prevenzione “antimafia”.

L’Associazione “Nessuno tocchi Caino” ha intrapreso il viaggio della Speranza attraverso le regioni d’Italia, per incontrare persone che hanno vissuto sulla loro pelle la prepotenza di una misura amministrativa o giudiziale che ha causato il fallimento delle proprie imprese o lo scioglimento di un consiglio comunale. Un viaggio che vuole portare speranza al di là di ogni speranza, dignità e certezza del diritto, sicuri che la lotta alla mafia possa essere combattuta senza minare i principi dello Stato di Diritto e i diritti umani fondamentali.

Il contrasto alle organizzazioni criminali è un obiettivo sacrosanto, ma il modo peggiore per perseguirlo è la terribilità di campagne di persecuzione alimentate dalla stessa folle cultura del sospetto che qualche secolo fa portava facilmente al patibolo.

Nessuno tocchi Caino è una lega internazionale di cittadini e di parlamentari per l’abolizione della pena di morte nel mondo. E’ un’associazione senza fine di lucro fondata a Bruxelles nel 1993, costituente il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito e riconosciuta nel 2005 dal Ministero degli Esteri italiano come ONG abilitata alla cooperazione allo sviluppo.

Il nome è tratto dalla Genesi. Nella Bibbia non c’è scritto solo “occhio per occhio, dente per dente”, c’è scritto anche: “Il Signore pose su Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato”. Nessuno tocchi Caino vuol dire giustizia senza vendetta.

Nessuno Tocchi Caino, dopo averli fatti propri anche con il VI° Congresso svoltosi nel carcere di Opera a Milano il 18 e 19 dicembre 2015, rilancerà, nell’ambito del progetto “Spes contra spem” per il superamento dell’ergastolo ostativo e del 41-bis, gli obiettivi che Papa Francesco ha esplicitato nel suo Discorso di straordinario valore umanistico, politico e giuridico, rivolto ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale e nel quale, tra l’altro, ha definito l’ergastolo come “una pena di morte mascherata”, che dovrebbe essere abolita insieme alla pena capitale, e ha considerato l’isolamento nelle cosiddette “prigioni di massima sicurezza” come “una forma di tortura”.

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