Pasquetta, boom per gli agriturismi. Pieno anche nel Cilento

Tantissime persone hanno scelto gli agriturismi, pienone anche nel Cilento

Di Redazione Infocilento

Oltre 350mila persone hanno deciso di pranzare a tavola in un agriturismo nel giorno di Pasquetta, tradizionalmente dedicato a scampagnate e gite fuori porta. E’ quanto stima la Coldiretti.

Molte delle 25mila aziende agrituristiche presenti in Italia si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione di spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica, spiega Coldiretti in una nota.

“Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco e il trekking, ma non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, così come corsi di cucina o di orticoltura”.

Anche nel Cilento si conferma questo trend. Attività sold out dalla costa ai centri dell’interno.

La spesa per Pasqua

Gli italiani hanno speso circa 1,8 miliardi di euro per imbandire le tavole della Pasqua, che in oltre nove casi su dieci hanno scelto di trascorrere in casa, propria ma anche di parenti e amici. E’ questo il bilancio stimato da Coldiretti/Ixe’ dal quale emerge un forte ritorno della convivialità dopo due anni di festività pasquali tra lockdown e zone rosse. Una tendenza dimostrata – sottolinea la Coldiretti – dall’allungamento delle tavolate con la presenza in media di quasi 6 commensali, 2 in più rispetto allo scorso anno.

La spesa aumenta del 25% rispetto allo scorso anno e risale ai livelli pre pandemia, sia per effetto dei rincari nell’acquisto di tutti i prodotti tipici della Pasqua che per il fatto che quest’anno – aggiunge Coldiretti – sono ben 2,5 milioni di italiani che hanno deciso di cogliere l’opportunità del pranzo in un ristorante o in un agriturismo. Sulle tavole ha vinto comunque la tradizione con oltre otto italiani su dieci (82%) che si sono orientati su un menu con le pietanze classiche della Pasqua, a partire dalle uova e dall’agnello, mentre solo un 14% ha deciso di rimanere leggero con un menu ipocalorico e solo una minoranza del 4% ha scelto di mangiare vegetariano o vegano.

Per il dolce la colomba ha battuto le uova di cioccolato anche se più di quattro famiglie su 10 (41%) hanno fatto ricorso quest’anno al fai da te, preparando in casa i dolci tipici della Pasqua, anche per effetto del caro prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina. Una crisi che – conclude Coldiretti – ha pesato anche sui 2,6 milioni di italiani che sono costretti a chiedere aiuto per mangiare in queste feste. 

Sono 11,5 milioni di italiani che hanno scelto di mettersi in viaggio per una vacanza approfittando delle festività di Pasqua ma anche del vicino ponte del 25 aprile. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè che evidenzia una ripresa del turismo pasquale dopo due anni di limitazioni e lockdown a causa della pandemia. Considerate le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina, la meta preferita resta il Belpaese, scelto dal 95% degli italiani, con quasi uno su tre (29%) che resterà all’interno della propria regione di residenza, con una vacanza quasi a km 0; solo una minoranza farà un viaggio in Europa, mentre in pochissimi si spingeranno oltre, tra America, Asia e Oceania. E segnali di ripresa arrivano anche dal turismo straniero, un comparto strategico per il settore, che i due anni di pandemia hanno gravemente penalizzato. Sul podio delle destinazioni più gettonate – precisa la Coldiretti – salgono a pari merito il mare e le città, con il 32% delle preferenze, seguiti da montagna (20%) e campagna (17%). Con la crisi che pesa sulle tasche dei cittadini, gli alloggi più gettonati diventano però le case di parenti e amici, indicate dal 32% degli italiani, che superano gli alberghi, scelti dal 26% dei vacanzieri, mentre al terzo posto si piazzano gli agriturismi, spinti dalla voglia di stare all’aria aperta ma anche della riscoperta del buon cibo. L’82% degli italiani a Pasqua cerca, infatti, la tradizione a tavola e proprio l’agriturismo – sottolinea Coldiretti – abbina all’ospitalità la possibilità di mangiare i piatti della cultura popolare locale. 

Prove d’estate

Le festività di Pasqua sono l’occasione per una prova d’estate con oltre il 50% degli stabilimenti balneari aperti. “L’attenuazione delle norme anti-Covid e le minori precauzioni per i viaggi dall’estero, unita alla voglia di uscire all’aria aperta e tornare alla normalità, fa sì che ci aspettiamo tanti italiani e stranieri in spiaggia per la Pasqua 2022”, spiega Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio. “Come è facile prevedere in alcune località mancheranno i turisti russi e quelli ucraini, un danno non solo dal punto di vista dei numeri, ma, soprattutto, per la propensione alla spesa, sempre superiore alla media”, aggiunge.

“Ovunque le prospettive sono positive – dice ancora Capacchione – siamo pronti a ripartire e ad offrire quei servizi che, da sempre, rappresentano il fiore all’occhiello del nostro turismo, unici al mondo e caratteristica del made in Italy. Anche se oggi il Covid fa meno paura, in spiaggia molti stabilimenti manterranno le distanze già adottate tra gli ombrelloni, (questo per garantire qualità e comfort) e con offerte aggiuntive come la possibilità di ordinare e consumare il pasto dal lettino.

Nonostante i gravi e colpevoli ritardi del governo nel mettere in sicurezza amministrativa questo settore, ci siamo impegnati, come sempre, a fornire quei servizi che il mondo ci invidia”. “In tutta Italia abbiamo aperto le porte degli stabilimenti a chi fugge dalla guerra – continua il presidente del Sib -: non solo ospitalità, ma anche occupazione per le varie figure di lavoratori stagionali che, negli ultimi tempi, fatichiamo a trovare”.

“Sulle problematiche inerenti 30.000 imprese balneari italiane, però – conclude – è urgente un intervento legislativo nazionale che, da una parte elimini gli effetti devastanti della sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, dall’altra dia certezza agli operatori e, soprattutto, incentivi gli investimenti nel settore”.

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