“Assistiamo in questi giorni a fatti ed immagini terrificanti non più sopportabili in una sorta di torpore collettivo”: lo shock della guerra in Ucraina continua ad impressionare e a restare chiaro nelle menti di tutti, nonostante sia trascorso già più di un mese dall’inizio dei massacri. È Domenico De Rosa, Ceo di SMET e presidente della Commissione Autostrade del Mare di Alis a mantenere alta l’attenzione verso questo doloroso tema.
“Non comprendiamo più quanto senso possa avere parlare ancora di tutela dell’Ambiente e riduzioni di emissioni di CO2 in atmosfera quando ancor prima dovremmo avvertire la necessità di tutelare basici principi umanitari gravemente compromessi da barbarie perpetrate solo poco al di là dei nostri confini europei, ricordandoci sempre di ripudiare la guerra ovunque ed in ogni forma” afferma De Rosa.
Una presa di posizione dura ed energica contro una nuova guerra che tanti morti tra civili e militari sta contando. Un evento che noi europei ed occidentali non vivevamo dal Secondo conflitto mondiale e che sembra averci ricatapultato proprio in quei tempi bui. Con ricadute però a livello globale notevolmente peggiori, se si considera la forte crisi economica che ne sta scaturendo e che proprio pochi giorni fa ha fatto approvare dal Governo le misure sul nuovo Decreto Ucraina, volto a stabilizzare i consumi del Paese in vista del difficile periodo da affrontare. Il gas della Russia dovrà per forza di cose essere sostituito e, dopo gli accordi con l’Algeria, si dovranno cercare altre strade per effettuare minori consumi energetici o trovare altrove nuovi accordi per le forniture.
“Il Governo resti attento e vigile sulle istanze dell’Autotrasporto e indichi le modalità di spesa dei 500 milioni di euro stanziati nel Decreto Ucraina per il Settore” dichiara infatti De Rosa che continua spostandosi sui temi portanti del settore Logistica e Trasporti che, in ogni caso, non vanno dimenticati.
“La transizione energetica così spinta – conclude – auto impostasi dalla stessa Europa, con tempi ridotti e obiettivi a zero emissioni al 2035 e 2050, non trova un senso se osserviamo il peso della stessa Europa sul totale delle emissioni nel nostro pianeta pari al solo 8% e considerato che le emissioni non riconoscono i confini tra gli Stati. Obiettivi prioritari come quello della sostenibilità e della tutela dell’Ambiente devono necessariamente essere condivisi a livello planetario con normative comuni a tutti i Paesi. Diversamente, il rincaro dei prezzi sarà ricordato in Europa come un isolato salto nel buio che verrà certificato dai libri di storia economica di questo decennio”.