AGROPOLI. Il giovedì santo ricorda l’ultima cena consumata da Gesù con gli apostoli, in cui vi è l’annuncio del tradimento di Giuda. Volendo assimilare la tradizione cattolica alle vicende della politica agropolese senza cadere nella blasfemia, la giornata del giovedì santo è stata quella dell’ultimo confronto tra il sindaco di Agropoli, Adamo Coppola, e il Partito Democratico.
Ma rispetto agli scritti sacri, nel caso della politica locale il tradimento era già stato consumato e l’ultima cena, privata di uno dei momenti essenziali, ha perso significato.
Agropoli: il confronto alla segreteria provinciale Pd
E’ quanto emerge anche dalle parole dei protagonisti. Se la segreteria provinciale dei Dem non si sbottona, a parlare sono vecchi e nuovi esponenti locali del partito. Da un lato il segretario del circolo Modestino Rosiello ,che annuncia con giubilo la “liberazione” dal sindaco Adamo Coppola (leggi qui), dall’altro l’ex segretario ed ex presidente del circolo, Alberto Sorrentino, che parla di “farsa”.
Il confronto
Ma procediamo con ordine. L’incontro in segreteria provinciale avvenuto ieri pomeriggio, doveva dirimere la questione relativa all’assegnazione del simbolo del Partito Democratico ad Agropoli. Da un lato il sindaco uscente Adamo Coppola, dall’altro il neo tesserato Roberto Mutalipassi. Quest’ultimo era assente al confronto; a fare le sue veci con un ruolo da protagonisti, invece, il sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri, il segretario del circolo agropolese Modestino, Rosiello e il capogruppo del Pd in consiglio comunale Giuseppe Di Filippo.
Il sindaco Coppola era con Alberto Sorrentino, presidente dimissionario del circolo ed Eugenio Benevento, vicesindaco uscente. A coordinare il confronto il segretario provinciale Vincenzo Luciano, l’onorevole Piero De Luca e Nello Mastursi, capo della segreteria del governatore Vincenzo De Luca.
La sintesi del confronto è questa: per il partito agropolese, o almeno parte di esso, Adamo Coppola è la causa di tutti i mali, un amministratore che ha perso consensi. Pertanto, anziché essere sostenuto, va scaricato come un giocattolo usato e non più funzionale. La delegazione opposta ha respinto tutte le accuse, criticando il modo di fare del circolo, dove non c’è mai stato un confronto sulle possibili candidature o su altri temi e dove le decisioni sono sempre state calate dall’alto.
L’impressione era quella che tutto fosse già deciso prima dell'”ultima cena”. Tant’è che Sorrentino parla di un incontro “farsa”, il cui esito era già scritto: simbolo Pd a Mutalipassi con Coppola (che dopo il tradimento si era già guardato attorno) che non si strappa i capelli.
Considerate le vicende degli ultimi giorni, infatti, l’unica cosa certa è la decadenza proprio del Partito Democratico, spogliato delle vesti che aveva assunto quando Franco Alfieri iniziò la sua scalata alla città.