«Di fronte ad una crescente aridità, cui solo piogge continue e diffuse potranno dare risposta quest’anno, si accentua la crisi del sistema idraulico per un’emergenza climatica sempre più marcata e che sta disegnando una nuova Italia dell’acqua. Senza acqua non c’è vita e per questo non solo va risparmiata, ma va trattenuta quando arriva per essere utilizzata nei momenti di bisogno; da qui le nostre proposte per nuovi bacini, per lo più medio-piccoli, dei laghetti, in aree collinari e di pianura». – Così Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue.
Scendendo lungo la penisola, evidenziano da Anbi, è la portata dell’Arno – mc./sec. 11,20 contro una media pari a mc./sec. 104,94 – a ben rappresentare il quadro largamente deficitario delle portate dei fiumi in Toscana, dove a marzo si registra mezzo millimetro di pioggia contro una media di mm 66 (-95%).
Anche in Campania la situazione inizia a destare qualche preoccupazione per una fase di siccità primaverile con i livelli idrometrici dei fiumi Sele, Volturno a Garigliano in calo fin dalle sorgenti, mentre sono in ripresa i livelli dei bacini nel Cilento.
Infine, in Basilicata, per la prima volta dall’autunno, si registra una flessione nel riempimento degli invasi – 00.000 metri cubi – a testimonianza di un’avviata stagione irrigua; crescono ancora, invece, i volumi d’acqua, trattenuti negli invasi pugliesi e cresciuti di 6 milioni e mezzo di metri cubi in 7 giorni.
«La situazione apulo-lucana – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – evidenzia l’importanza della riserva idrica garantita dagli invasi in regioni che, seppur confinanti, stanno vivendo differenze contingenze meteo: in carenza di piogge sono i bacini a fornire l’acqua necessaria alle prime colture dell’anno».