Dopo i picchi registrati nei giorni successivi al 24 febbraio, data di inizio dell’invasione russa in Ucraina, i dati di ascolto dei tg di tutte le reti hanno registrato dei cali sensibili: -15% per il Tg5, -13% per Studio Aperto, -12% per il TgLa7. Non in doppia cifra il Tg1, che cala comunque dell’8%.
Il telespettatore, cambia canale preferendo programmi d’intrattenimento:
“Le immagini della guerra sono strazianti, ogni tanto si avverte il bisogno di svuotare la mente. E non è un voltarsi dall’altra lato, perchè noi tutti non vediamo l’ora che tutto finisca, è solo un volersi concedere una o due ore di normalità. Dopo il covid non ci voleva”.
Dal nostro sondaggio è emerso che per l’ 87% dei votanti, non ha più fiducia nell’informazione.
“Crollano dati perché le persone sono stanche di ascoltare sempre notizie brutte. Non se ne può più”
Francesco Siliato, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Cultura dei Media al Politecnico di Milano, intervistato da “La Stampa”, ha cercato di dare una spiegazione a questi numeri.
“I tg scendono perché oramai sono composti esclusivamente da comunicazioni sulla popolazione Ucraina interviste alle famiglie, a chi fugge, a chi resiste, ma le notizie scarseggiano. Oltretutto sono stati eliminati quasi del tutto gli altri argomenti che invece interessano il telespettatore. Parliamo del Covid che sta risalendo e di cui si parla pochissimo. È più risale, più il Governo annuncia il liberi tutti: la gente resta sbalordita e non trova chiare e approfondite spiegazioni nei telegiornali”
Forse, il racconto di belle storie da condividere, qualche film comico o perché no d’amore, può riavvicinare il telespettatore alla televisione e ai programmi di attualità e informazione.
Al prossimo sondaggio.