SERRE. Continua a far discutere la vicenda relativa ai rifiuti giunti dalla Tunisia al Porto di Salerno e che dovranno essere stoccati nell’area militare di Persano. Il Coordinamento Ambiente, Salute e Territorio esprime concordanza con le posizioni tenute, in maniera compatta, dai Sindaci della Piana del Sele nell’incontro che si è tenuto con il Prefetto di Salerno sulla questione. Al contempo, però, esprime preoccupazione “per l’atteggiamento di arroganza e di reiterato rifiuto di dialogo con i territori, proveniente dai rappresentanti della Regione Campania, inevitabile foriero di tensioni sociali, che stigmatizziamo come sbagliato, controproducente, inaccettabile“.
Rifiuti a Persano: la posizione del Comitato
Il Comitato ribadisce che la Piana del Sele in quarant’anni, con grande senso di responsabilità, ha accolto rifiuti dell’intera Campania durante le emergenze rifiuti e ambientali, sacrificando pezzi del proprio territorio (Parapoti, Battipaglia con più siti, Grataglie di Eboli, Campagna, Serre e tutti i siti di stoccaggio).
“L’intera Piana del Sele è da considerarsi, proprio alla luce di quanto avvenuto negli anni passati, “area satura” in tema di rifiuti. Per cui – fanno sapere – al di là di quella che è la produzione propria, non si può chiedere più nessun sacrificio a questo territorio, vocato a ben altre attività di pregio, non certo al ruolo di pattumiera della regione“.
“La vicenda dei rifiuti della Tunisia rimane avvolta nella più assoluta opacità e scarsa trasparenza – continuano – . Non a caso è in atto un sequestro di quei container ed è in corso una inchiesta molto delicata. Chi ha causato questo ennesimo ‘pasticcio’ ambientale deve risolvere il problema, senza coinvolgere altri territori. Siamo convinti che la caratterizzazione possa avvenire sul piazzale del porto di Salerno e che, subito dopo, i rifiuti stessi debbano essere avviati alla destinazione definitiva, senza necessità di interessare altre aree; i cittadini della Piana del Sele non sono più disponibili ad accettare arroganza ed imposizioni da parte di chi pensa di risolvere i propri problemi scaricandoli su territori silenti e remissivi“.
“La Piana del Sele – concludono – non vuole essere più né silente, né remissiva. Noi non ci stiamo! Per cui ogni decisione assunta senza l’intesa con i Comuni, senza coinvolgere i cittadini, senza ascoltare le ragioni e le preoccupazioni del nostro Coordinamento, ci vedrà costretti ad estendere ed alzare il livello della protesta“.