In Agropoli, a partire dal 1942, per fuggire dai bombardamenti americani, trovarono rifugio e ospitalità 270 persone, sfollate da Salerno, Napoli, Roma, etc.. Agropoli all’epoca contava poco più di 5000 abitanti, di cui la metà circa vivevano in campagna. Di fronte al massiccio arrivo di tante persone, il Podestà di Agropoli, Aniello Scotti, requisì numerosi locali per accogliere gli sfollati. Nel Palazzo Cirota furono utilizzati anche alcuni locali adibiti ad aule scolastiche, mettendo in dubbio l’apertura dell’anno scolastico. Per cui il Prefetto di Salerno scrisse al Podestà, dichiarando che per l’emergenza sfollati aveva fatto bene a utilizzare delle aule, ma questo non doveva impedire l’apertura dell’anno scolastico, giacché la scuola rappresentava un importante momento educativo, al quale non si doveva rinunciare anche in tempo di guerra. Per cui ordinò al Podestà: di aprire le scuole per l’anno scolastico 1942-43 e di avvisare le famiglie sfollate, che il permesso di occupazione sarebbe scaduto l’1 settembre 1942, data entro la quale avrebbero dovuto liberare le aule per l’inizio delle lezioni scolastiche. Ma le operazioni di sgombero furono lunghe, per cui solo a fine anni quaranta, a guerra già terminata, il Sindaco Francesco Voso riuscì a liberare definitivamente Palazzo Cirota dagli sfollati, acquisendolo al patrimonio comunale. C’è da aggiungere, che molti sfollati decisero di stabilirsi definitivamente ad Agropoli.
Nei giorni successivi allo Sbarco di Salerno del 9 settembre 1943, molte famiglie lasciarono Agropoli per sfollare nei paesi viciniori, tra i quali Ogliastro, Laureana, Sessa, San Mango, Cicerale, Perdifumo, dove rimasero per lungo tempo.
Ecco uno stralcio della testimonianza di Guido Giordano inserita nel suo libro “Alla ricerca delle cose perdute”:
“Durante l’ultima guerra la mia famiglia sfollò a Perdifumo, utilizzando una carretta per il viaggio avvenuto di notte.
Fu, per me, indimenticabile. Con le mie sorelle stavamo sulla carretta, essendo piccoli. Il mezzo s’inerpicava per le colline e
il mio fu un viaggio di lungo dormiveglia, tra sobbalzi della carretta, sussulti di emozioni e paura d’ombre. Dopo la nostra breve permanenza a Perdifumo, il viaggio di ritorno si svolse con mia meno apprensione. Perché oramai gli Anglo-Americani, nella loro avanzata, avevano ricacciato i tedeschi verso il Centro Italia. Potei guardarmi intorno con animo sereno e godere le bellezze del paesaggio e della campagna”.
Tra le tristi storie di sfollati voglio ricordare i 95 morti ebolitani sfollati nella vicina Campagna, che morirono pensando di potersi salvare dalle incursioni aeree. Il 17 settembre del 1943, erano in fila con la tessera del pane, per recuperare un po’ di cibo, furono massacrati da una bomba americana
In questi giorni ad Agropoli si sta attivando una vera e propria gara di solidarietà per aiutare con generi di prima necessità, il popolo ucraino invaso dalla Russia. E’ prevista anche l’accoglienza per famiglie e bambini
Dopo 80 anni queste tragiche pagine di guerra si ripetono e il popolo agropolese è stato e sarà sempre pronto ad accogliere ogni istanza di solidarietà.