SAPRI. La Casa del Buon Pastore sarà concessa in comodato all’Asl Salerno. L’azienda sanitaria locale utilizzerà la struttura per il potenziamento dell’assistenza territoriale, sfruttando le risorse del PNRR. E’ quanto deciso dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Antonio Gentile.
Lo storico edificio saprese, quindi, avrà una nuova collocazione, dopo l’addio delle suore Elisabettine Bigie e una lunga polemica che aveva coinvolto anche l’amministrazione comunale, accusata dalla minoranza di non aver garantito i necessari interventi sul bene.
La Casa del Buon Pastore all’Asl: gli obiettivi
«L’Asl di Salerno ha avviato interlocuzioni con diversi enti locali, tra cui il Comune di Sapri, al fine di candidare immobili/terreni di proprietà degli enti stessi a finanziamento sul PNRR – Missione 6 “Salute”per il potenziamento dell’assistenza territoriale. Ciò al fine di rafforzare la prevenzione, i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure», osservano da palazzo di città.
D’intesa tra i due Enti, quindi, si è deciso di sfruttare la Casa del Buon Pastore per potenziare l’offerta sanitaria sul territorio.
L’accordo di comodato
Affinché l’Asl Salerno possa candidare l’immobile a finanziamento è stato necessario siglare un accordo di comodato. Il Comune di Sapri farà la sua parte: dispone già di un progetto per l’adeguamento e messa in sicurezza della Casa del Buon Pastore, finanziato dal Ministero dell’Interno.
Il contratto tra Comune e Asl è propedeutico alla richiesta di finanziamento: in caso di esito negativo, quindi, l’accordo sarà sciolto.
Il Buon Pastore
La Casa del Buon Pastore, risalente all’inizio del 1900, si trova al centro della città. E’ una struttura in stile Liberty sudamericano, lasciata alla cittadinanza dal Cavalier Giuseppe Cesarino, benefattore di Sapri, che ha avuto la bontà di dare in dono alla baia, anche il complesso Santa Croce costituito dalla Chiesa e la scuola.
Il Buon pastore ha ospitato per anni le Suore, che hanno lasciato l’edificio nel 2019.