I Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (R.A.C.) di Messina, Roma, Torino, Salerno e Parma hanno eseguito numerosi controlli presso aziende agricole, caseifici, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, salumifici, liquorifici e frantoi accertando la mancata tracciabilità dei prodotti, la falsa indicazione di denominazione di origine protetta per alcuni alimenti del settore lattiero- caseario.
Prodotti non sicuri in Cilento: i controlli
Nel Salernitano presso un’azienda agricola di Ogliastro Cilento sono stati sequestrati 150 Kg di fichi secchi atti a divenire “Fico bianco del Cilento DOP”. In una pizzeria di Vallo della Lucania, invece, sottoposti a sequestrato 10 Kg di mozzarella di latte vaccino privi di rintracciabilità.
I controlli nel resto d’Italia
Protagonista dell’indagine la mozzarella di bufala anche a Roma, dove veniva indicata l’indebita evocazione della DOP “Mozzarella di Bufala Campana” nel menù di un ristorante e per la vendita, in una pasticceria, di gelato al pistacchio convenzionale quale “Pistacchio verde di Bronte DOP”.
Inoltre i carabinieri in provincia di Lecco, hanno diffidato l’amministratore di una ditta poiché pubblicizzava, su un portale web, prodotti caseari evocativi delle DOP “Fontina” e “Toma Piemontese”.
In provincia di Torino, è stato inoltre diffidato il responsabile di un caseificio per avere indebitamente evocato nelle proprie produzioni casearie le DOP “Caciocavallo Silano” e “Mozzarella di Bufala Campana”.
Una contraffazione della provenienza del “Capocollo di Martina Franca DOP” è stata scoperta in provincia di Bari, dove sono stati sequestrati 7 Kg di salumi, posti in vendita pur non essendo riconosciuta la denominazione di origine. Inoltre, sempre in Puglia, presso un frantoio è stato diffidato il proprietario a identificare correttamente le partite di olio presenti nei silos.