Arresto convalidato per i quattro agropolesi, tre uomini ed una donna, sorpresi domenica sera in flagranza di reato mentre rubavano del rame in una struttura turistica di Capaccio Paestum. I quattro, difesi dall’avvocato Mario Pesca, sono stati giudicati per direttissima ieri pomeriggio dal Tribunale di Salerno.
Per tutti convalida dell’arresto ma revoca dei domiciliari, quindi rimessi in libertà. I giudici hanno confermato l’arresto eseguito dai carabinieri della Stazione di Capaccio.
Domenica sera i militari sono stati allertati da un cittadino rumeno che al telefono ha segnato la presenza sospetta di più persone all’interno dell’ex hotel Helios di Capaccio Paestum, nota struttura turistica situata nei pressi del parco archeologico e ormai dismessa da tempo.
Ad insospettite il cittadino rumeno sono stati strani rumori provenienti dai locali dell’hotel. Dopo la telefonata ai militari sul posto sono intervenuti tempestivamente i carabinieri della Stazione di Capaccio Scalo e dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Agropoli, diretti dal capitano Fabiola Garello. È bastato entrare all’interno del complesso alberghiero per sorprendere i quattro nella flagranza del reato di furto di rame.
Tutti residente nella vicina Agropoli, i quattro di cui uno giovanissimo e gli altri tre dai 40 ai 50 anni, compresa la donna, sono incensurati. Già nel pomeriggio di ieri presso il Tribunale di Salerno sono stati processati per direttissima.
La notizia ha destato non poca curiosità sia nella Città dei Templi, per lo scempio perpetrato ai danni di una storica struttura turistica, che nella vicina Agropoli, dove i quattro sono alquanto conosciuti.
Non è il primo colpo di rame nel Cilento. Lo scorso anno una banda specializzata mise a segno un gran numero di colpi in numerosi comuni del territorio a Sud di Salerno. Furono gli stessi carabinieri di Agropoli ad arrestare otto persone. L’indagine partì da alcuni colpi realizzati a Castellabate e consentì di ricostruire l’esistenza del gruppo criminale che in pochi mesi di attività aveva commesso una serie di raid per rubare rame: nell’Oasi del Fiume Alento, in opifici, cabine elettriche, sedi operative di aziende, centrali telefoniche, ma anche abitazioni, depositi e rimessaggi di barche.
Un giro d’affari quantificato in circa 150mila. I furti a San Giovanni a Piro, Castellabate, Prignano Cilento e Cicerale.