CERASO. Condanna per omicidio colposo insieme ad altre due persone per la proprietario di un fondo dove, durante dei lavori di manutenzione, morì un operaio rumeno. Era il 2016. L’uomo, insieme ad un collega, era stato incaricato di eseguire il taglio di un albero alto 18 metri e pesante circa due tonnellate.
Morì schiacciato da un albero a Ceraso: i fatti
La pianta, segata ad un’altezza di 60 centimetri, cadde colpendo lo straniero, 42 anni, che morì all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania tre giorni dopo il ricovero.
A processo finirono la proprietaria di un bosco, un imprenditore del luogo e un altro operaio. Era stato quest’ultimo, anche lui rumeno, ad adoperare la motosega per segare l’albero.
La proprietaria del fondo, stando a quanto deciso dai giudici, «si sarebbe dovuta astenere dalla scelta di incaricare una ditta che era priva dei requisiti».
L’imprenditore, «almeno all’atto dell’infortunio mortale», era privo del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) e non risultava iscritto alla camera di commercio. Infine all’operaio che ha eseguito il taglio dell’albero sono state riconosciute responsabilità in merito alle modalità con cui ha compiuto l’azione.