Fondi per i campi scuola a Pisciotta: caso in Tribunale

Fondi per campi scuola a Pisciotta, l'imprenditore Carlo Sacchi porta il caso in tribunale. Contestata l'assegnazione delle risorse

Di Redazione Infocilento

PISCIOTTA. Fondi destinati ai campi scuola, saranno i giudici a stabilire se ci siano irregolarità o meno dietro la decisione assegnarli ad un’associazione che farebbe riferimento ad un consigliere comunale anziché alla Onlus San Paolo Italia, della quale è responsabile l’imprenditore Carlo Sacchi. E’ quanto rende noto proprio lo stesso imprenditore cilentano che nei mesi scorsi aveva già avanzato delle richieste di chiarimenti e accesso agli atti.

«Stanco di trovarsi di fronte un muro di gomma, constatata la volontà a non riconoscerlo come interlocutore, Sacchi ha deciso di percorrere le vie legali più in linea di principio che per una mera questione di soldi», si legge nella nota.

In accordo con parroci ed volontari, Sacchi dà vitto e alloggio a pochi metri dal mare pisciottano a giovani provenienti da tutt’Italia da giugno a settembre. È stato così per anni, poi, grazie alla Legge Bonetti, sono stati stanziati per la prima volta dei fondi pubblici a supporto delle Politiche della Famiglia e di contrasto alla Povertà. In particolare, si fa menzione ai “campi scuola estivi” quale strumento indispensabile per beneficiarne e persino l’individuazione di un periodo, quello estivo, per rientrare nella fattispecie.

E’ da qui che iniziano i problemi poiché secondo Sacchi, sarebbe stato lui a contattare il sindaco Ettore Liguori per comunicargli questa novità e illustrargli l’iter da seguire.«Viene anche stabilita una prima cifra, circa 5.500 euro, che il Comune incasserà per poi girare all’associazione, ma, all’ultimo momento, la cosa evapora».

«Intanto si entra nella seconda annualità: il responsabile della Onlus non si perde d’animo e torna alla carica. Ci sono fondi destinati all’attività per i quali occorre solo presentare domanda, ma a farlo dovrà essere come al solito il Comune», fa sapere Sacchi.

L’Ente pubblico, però, promuove un bando per l’assegnazione degli stessi, secondo il ricorrente «in barba alle indicazioni contenute nella stessa legge». A partecipare sarebbe un’altra associazione che farebbe riferimento ad un consigliere comunale che ottiene le risorse.

Tutto ciò non è andato giù a Sacchi che ha deciso di rivolgersi alla magistratura.

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