Cilento terra di longevità: Domenico e Veneranda spengono 100 candeline

Domenico Cirillo e Veneranda Mastrogiovanni compiono 100 anni. La loro è una storia di lavoro, sacrificio ed emigrazione

Di Antonio Pagano

Classe 1922, Domenico Cirillo, detto “Minico”, compie oggi 100 anni ed è il quarto centenario che il Comune di Perito ha il privilegio di festeggiare, a cavallo tra il 2021 e il 2022.
Ogni generazione ha avuto modo di incontrarlo, seduto davanti al suo “vuccolo”, sullo “scannetto di legno”, dedito ad intrecciare i cesti e impagliare fiaschi.

Se gli si chiede qual è il segreto per “campare cento anni” risponde che non lo sa. “Non ho un segreto personale. Non ho mai avuto dei grandi problemi di salute, solo dei piccoli acciacchi. Non mi sono mai arreso e sono stato sempre tranquillo. Solo quando sono stato fatto prigioniero dai tedeschi mi sono sentito demoralizzato”.

Una vita dedita alla famiglia e al lavoro, senza trascurare l’amore per la sua terra. Sposato con Liberina Baldo, nel 1949, ha condiviso la sua vita con lei per 62 anni. Padre di 4 figli. Sette nipoti e 2 pronipoti. Una vita faticosa, la sua, ma come dice lui “tranquilla”.

Da tipico contadino cilentano, che per sua natura non può limitarsi a coltivare la terra, si è cimentato in numerosi altri lavori, fra i quali il calzolaio, il carbonaio, ma soprattutto il cestaio.

Le sue sapienti mani hanno realizzato una moltitudine di “ceste”, “panari”, “grate”, “fiaschi ‘mbagliati” e “Santo martini”.
Ma anche “strummuli” e “zerre”, perché il tempo da passare con gli amici era altrettanto prezioso. Ricorda con nostalgia e orgoglio i tempi in cui il paese pullulava di gente e un organetto e una chitarra battente (che ancora strimpella con meno agilità, ma con eguale trasporto) bastavano a trasformare una serata qualunque in una festa.

“Non ho mai avuto nemici”, dice nonno Domenico. La partecipazione attiva alla vita della comunità gli ha sempre donati grande serenità.

Negli anni ’60 anche per lui, come per tanti cilentani, si è resa necessaria l’emigrazione in Germania. “Sono stato accolto bene dai tedeschi, non mi sono mai sentito straniero. Nonostante le terribili sofferenze durante la prigionia”.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu fatto prigioniero dai tedeschi in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Dalla Grecia, dove lavorava come infermiere in un Reparto della Sanità, venne trasferito nel campo di Neppen (Il suo racconto di Guerra è pubblicato nel volume “Il novecento in Italia. Le nostre storie di Guerra- V edizione” edito da “Il Saggio” e curato dalla Proloco “San Martino Cilento”).

Nulla ha segnato la sua vita quanto gli anni della Seconda Guerra Mondiale e soprattutto della prigionia.
Ritiene che il ricordo e la memoria di questi avvenimenti siano di fondamentale importanza per le nuove generazioni, perché queste brutture non si verifichino ancora.

Domenico Cirillo ha vissuto gli ultimi due anni reagendo anche a lockdown e pandemia, senza essersi mai lamentato; si è sottoposto alla vaccinazione invogliando altri a farlo. “Noi crediamo che in fondo il segreto risieda nella purezza del suo cuore, nella bontà del suo animo e nella sua peculiare onestà. Caratteristiche che lo hanno reso il nostro pregevole esempio di vita”, dicono i familiari.

Da oggi Perito è più ricca di centenari con nonno Domenico che si aggiunge a Domenica Mondillo, Silvia Cirillo e Giuseppina Corrente, ai quali la comunità rinnova i migliori auguri, facendo tesoro delle loro storie e dei loro percorsi di vita.

Domenico Cirillo non è l’unico cilentano a spegnere oggi cento candeline. Ad Orria è nonna Veneranda Mastrogiovanni a compiere 100 anni. Anche lei ha avuto una vita dedicata al lavoro che l’ha portata anche a lavorare in Francia, nelle risaie. Poi è tornata ad Orria, suo paese natio.

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