Primula di Palinuro: il simbolo del Cilento torna a fiorire | FOTO

Il simbolo del Cilento, la Primula Palinuri, torna a fiorire. Ecco gli scatti

Di Letizia Baeumlin

La Primula Palinuri, è il simbolo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Febbraio è il mese in cui solitamente fiorisce. Si tratta di una pianta rarissima che trova la sua diffusione soprattutto su Capo Palinuro – in particolare sui tratti calcarei –  e altre piccole colonie nei dintorni del Capo (spiaggia della Ficocella, spiaggia del Buon Dormire, Arco Naturale e collina della Molpa) fino a toccare la Basilicata (Maratea) e la Calabria (Scalea e Praia a Mare).

Storia della Primula Palinuri

In passato la Primula Palinuri regalata all’uomo o alla donna prima di unirsi in matrimonio come segno di buon auspicio. Si tratta di un fiore appartenente alla famiglia delle primulacee. È un raro esemplare di colore giallo con l’interno bianco che tende a formare un mazzolino di piccoli fiori con petali vellulati.

Il gruppetto di fiori è sostenuto da un solo stelo. Tra Febbraio e Marzo raggiunge il massimo della fioritura ed è possibile ammirare la sua bellezza specialmente durante percorsi e sentieri escursionistici.

La Primula Palinuri è stata classificata da Vincenzo Petagna, botanico medico ed entomologo italiano alla fine del ‘700, all’orto botanico di Napoli. Si tratta di un endemismo unico che cresce a livello del mare; le sue foglie perdono lucidità e acquisiscono una peluria che serve a contenere l’acqua (questa peluria è una caratteristica presente in tutte le piante che vivono in ambienti aridi). Ad immortalare una delle prime primule in fiore, Biagio Fedullo, in zona “Ficocella” e presso la “Cala Marinedda“.

Un altro tipo di primula presente nel Cilento, la Primula Auricola, fiorisce sugli altipiani di vetta del Monte Cervati e possiede delle foglie lisce e lucide, tratto tipico dell’umidità. Il legame tra la Primula Palinuri e la Primula Auricola risale a circa 10.000 anni fa.

Durante l’ultima glaciazione la Primula Auricola migrò verso il mare e i luoghi più caldi, adattandosi facilmente e con velocità al nuovo habitat e favorita dalle condizioni climatiche riuscì a sopravvivere nel corso del tempo.

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