Pagine di storia: Mons. Michele Barone e il Santuario della Madonna del Granato

La storia di Monsignor Michele Barone e il Santuario della Madonna del Granato

Di Redazione Infocilento

Il 31 gennaio, è stato inaugurato il primo cantiere per la messa in sicurezza della caduta massi sul lato nord della strada che da secoli conduce alla millenaria Basilica Santuario della Madonna del Granato. L’idea partita da Antonio Ragni, cultore della storia locale, è quella di chiedere al sindaco di Capaccio Paestum, di intitolargli la strada, a partire dall’ edicola votiva della Madonna del Granato fino al Santuario, a S.E. Mons. Michele Barone.

Michele Barone nato a Baronissi il 1° settembre 1773, fu consacrato Vescovo della diocesi di Capaccio il 6 aprile 1835 “domenica in albis” presso la basilica di San Clemente in Roma dal Cardinale napoletano Sua Eminenza Emanuele De Gregorio, Prefetto della Sacra Congregazione del Concilio, Penitenziere Maggiore ( Sac. Ottavio Caputo “ S. E. Mons. Michele Barone Vescovo di Capaccio” pag. 93, finito di stampare il 20 maggio 1972 dalla Linotipografia B. Morinello e figlio in Mercato S. Severino Salerno ).

Mons. Barone amava tanto Madonna da lui chiamata la Mammarella nostra , tanto che con un bellissimo restauro iniziato nel 1835 e finito nel 1840 rese più celebre aggiungendo al vetusto santuario un complesso di ben 18 stanze su tre piani e un maestoso terrazzo dove il 29 aprile1933 si affacciò anche S. A. R. il Principe Umberto di Savoia.

Abbellì la chiesa e il trono del venerato simulacro ed infine si armò personalmente di pala e di piccone per costruire la strada che tutt’ oggi è esistente ( Francesco Guazzo Paestum, Capaccio Antica e il Santuario della Madonna del Granato a cura di Luigi Rossi pag. 112 , finito di stampare nel mese di giugno 2016 presso la Digital Press di Santa Maria di Castellabate (SA) per conto delle Edizioni del Centro di Promozione Culturale per il Cilento Acciaroli (SA) – Collana storie e memorie /3 diretta da Luigi Rossi). Sulla strada che porta al Santuario dal 01/05/1926 fu edificata un’ edicola votiva per un miracolo ricevuto , da parte di Giuseppe Scariati e Giovanni Clemente ( cocchieri del Marchese Pinto Vincenzo) che ci viene ricordato anche dalla lapide posta al disotto dell’ edicola che recita così:

ALLA VERGINE DEL MONTE CALPAZIO CELESTE PROTETTRICE DI TUTTE LE GENTI VENERATA REGINA DEI POPOLI QUESTO RICORDO IMPERITURO DEVOTAMENTE POSERO GIUSEPPE SCARIATI E GIOVANNI CLEMENTE PER GRAZIA SINGOLARE RICEVUTA I-V-MCMXXVI “

”Infine il Vescovo Michele Barone costruì il suo sepolcro dietro l’ altare maggiore che andò distrutto insieme alla sua tomba e insieme al venerato simulacro del XIX sec. Verso l’ ultimo decennio della carica di Sindaco di Achille Bellelli ( 1873-1888) ci fu una prima ricognizione del corpo del detto Vescovo . Dopo l’ incendio del 22 gennaio 1918, i sacri resti del vescovo in questa occasione vennero di nuovo alla luce .

Dopo questa seconda riesumazione , essi furono murati vicino al nuovo altare del 1921 , dove fu posta una scritta che recita così: MICHAEL BARONE EPISCOPUS CAPUTAQUENSIS OBIIT 1842. Nel fare i lavori di restauro per il Giubileo del 2000 , il tredici maggio 1999 vennero allo luce di nuovo i sacri resti insieme alle assi lignee della bara , i resti vennero raccolti per volontà di Padre Domenico Fiore , con l’aiuto di alcuni volontari del Santuario, : Pasquale Volpe ( oggi deceduto) e Nicola Mucciolo , ed una volta puliti con l’ alcol vennero fatti asciugare , e poi avvolti in un panno scarlatto e poi in un panno bianco, poi messi in una nuova cassetta di zinco , ed infine furono di nuovo inumate ai piedi del nuovo altare maggiore , dove fu posta una lapide in ricordo :

HIC REQUIESCUNT OSSA DIOCESIS CAPUTAQU-EPISCOPI MICHAELIS BARONE ORTUS : I.SEPT. MDCCLXXIII IN BARONISSI OBIIT : VII OCT. MDCCCXLII IN CAPACCIO AD PERP.REI MEM. HUNC LAP. POSUERE A .D.MCMXCIX

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