VALLO DELLA LUCANIA. Odissea in ospedale per un bimbo di un mese e mezzo, secondo il racconto del papà (leggi qui). I fatti sono accaduti presso il pronto soccorso del “San Luca” di Vallo della Lucania, ma proprio da qui arriva una diversa versione dei fatti e un chiarimento su quanto accaduto
«Ho seguito il caso direttamente e il personale si è comportato con grande professionalità», ha precisato il direttore sanitario Adriano De Vita. Il bambino è arrivato al pronto soccorso poco dopo le 20, ha fatto il test rapido che è risultato positivo al covid. Per questo alle 20.36 è stato chiamato il pediatra che non potendo visitare il piccolo in reparto, visto il contagio, ha eseguito la visita in pronto soccorso.
«Il pediatra – spiega De Vita – ha ritenuto che il bimbo avesse bisogno di trattamenti e cure specifiche e ne ha disposto il trasferimento presso il Santobono che però senza un tampone molecolare negativo non era disposto a ricoverarlo». Una situazione, insomma, di difficile gestione considerato anche che per effettuare ed avere l’esito un tampone molecolare erano necessarie alcune ore. Si è così disposto un tampone molecolare rapido che questa volta ha escluso il contagio.
«Nell’attesa abbiamo riorganizzato il pronto soccorso e sistemato l’ambiente del pre-triage con tutti i confort. Gli infermieri hanno anche preparato il latte in pediatria per farlo avere alla mamma», ha spiegato il direttore De Vita. Quando è arrivato l’esito del tampone, poi, il bimbo è stato trasferito in reparto con la diagnosi di una bronchiolite. «Il giorno dopo la mamma voleva firmare per portare a casa il bimbo ma gli è stato sconsigliato considerata anche la diagnosi per la quale il bambino era già in trattamento».
«Chi viene in pronto soccorso deve capire dove va e quali sono i tempi e soprattutto capire le difficoltà che stiamo vivendo perché pur non essendo un ospedale covid arrivano comunque pazienti covid che noi assistiamo», precisa in conclusione il direttore De Vita.
Sulla stessa lunghezza d’onda Mariarosaria La Rocca, responsabile del reparto di pediatria che evidenzia le difficoltà che i sanitari sono costretti ad affrontare: «Questo reparto da tempo va avanti con due pediatri. Quelli della notte sono pediatri di base e grazie a loro abbiamo potuto continuare una turnazione, altrimenti eravamo costretti a chiudere per assenza di risorse». Un lavoro complesso e
«Sono amareggiata per quello che è stato detto., noi meridionali andiamo contro noi stessi e così il Sud non cresce», conclude.