I personaggi tipici che non possono mancare nel Presepe

Ecco una lista di tutti i personaggi tipici che non possono assolutamente mancare nel Presepe

Di Redazione Infocilento

Il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha avuto origine da tradizioni medievali. Oggigiorno l’usanza di allestire il presepio è diffusa in tutti i paesi cattolici del mondo.

Vi siete mai chiesti quali sono i personaggi tipici del presepe? Ve ne sono alcuni, infatti, presenti ovunque. Una tradizione che risale al presepe napoletano che poi il nostro territorio ha fatto propria, almeno per alcuni di loro.

Allora vediamo quali, oltre alla sacra famiglia, sono i pastorelli che la tradizione vuole siano nel vostro presepe.

BENINO. Il più conosciuto è Benino, da alcuni storpiato in Beniamino. Si tratta del pastore dormiente, solitamente viene posto all’ombra di un albero. E’ il guardiano delle pecorelle bianche e va posto nella parte più alta della vostra composizione. La tradizione popolare vuole che Benino dorma e nel sonno sogni il Presepe “Guai! a svegliarlo. Di colpo sparirebbe il Presepe.”

IL VINAIO. Non manca mai nel presepe la locanda e con essa il vinaio. Qui sono presenti vino e pane che sono i prodotti utilizzati da Gesù per l’Eucarestia. Nel presepe, però, di fianco al locandiere c’è una figura singolare, legata al paganesimo: Cicci Bacco, retaggio delle antiche divinità pagane, dio del vino, che si presenta spesso davanti alla cantina con un fiasco in mano.

STEFANIA. Il personaggio non è molto diffuso, ma è spesso presente nei presepi la figura di una giovane con un bambino in braccio chiamata appunto Stefania. La tradizione popolare narra che una giovane vergine chiamata Stefania, saputo della nascita del Redentore, si incamminò verso la grotta per adorarlo ma gli angeli la bloccarono in quanto non era permesso alle donne non sposate di far visita alla Madonna. Il giorno dopo Stefania prese una pietra, l’avvolse nelle fasce come se si trattasse di un bambino e, ingannando gli angeli, riuscì a raggiungere la grotta. Alla presenza della Madonna, miracolosamente, la pietra starnutì e si trasformò in un bambino che ebbe nome Stefano e così, da allora, il 26 dicembre, si celebra la festa di Santo Stefano.

IL PESCATORE. Il pescatore è un personaggio legato alle narrazioni bibliche. Non manca mai nel presepe ed è simbolicamente il pescatore di anime.

I COMPARI. Zi’ Vicienzo e zi’ Pascale, sono la personificazione del Carnevale e della Morte. Sono due personaggi che camminano insieme. Queste figura sono prettamente legate al presepe partenopeo. Infatti al cimitero delle Fontanelle in Napoli si mostrava un cranio indicato come “A Capa ‘e zi’ Pascale” al quale si attribuivano poteri profetici, tanto che le persone lo interpellavano per chiedere consigli sui numeri da giocare al lotto.

ARTIGIANI, PASTORI E COMMERCIANTI. Gli artigiani rappresentano tutte le professioni, i più classici sono il fabbro, il falegname, la lavandaia, il bovaro, l’arrotino, il fornaio, il macellaio, ecc. Tra i negozianti spesso presente è il fruttivendolo con la sua bancarella, simbolo di ricchezza e abbondanza. I pastori rappresentano un gruppo vario e sono ritratti in vari atteggiamenti e non esiste alcun limite al loro numero. Questi vengono posizionati nei pressi della grotta: porgono i loro omaggi al Cristo.

LA ZINGARA. Anche questo è un personaggio tipico del presepe napoletano. Si tratta di una donna con vesti rotte ma appariscenti. La zingara è un personaggio tradizionalmente in grado di predire il futuro. In questo caso la sua presenza è simbolo del dramma di Cristo poiché porta con sé un cesto di arnesi di ferro, metallo usato per forgiare i chiodi della crocifissione.

LA MERETRICE. Simbolo erotico per eccellenza, contrapposto alla purezza della Vergine, si colloca nelle vicinanze dell’osteria, in contrapposizione alla Natività che è alle spalle.

I MAGI. I tre re magi non possono mancare. Secondo la tradizione cristiana essi si mossero da oriente. In origine rappresentati in groppa a tre diversi animali, il cavallo, il dromedario e l’elefante che rappresentano rispettivamente l’Europa, l’Africa e l’Asia, oggi vengono rappresentati a piedi o su un cammello. La parola magi è il plurale di mago, ma per evitare ambiguità si usa dire magio. Si trattava di sapienti con poteri regali e sacerdotali. Il Vangelo non parla del loro numero, che la tradizione ha fissato a tre, in base ai loro doni, oro, incenso e mirra, cui è stato poi assegnato un significato simbolico. I magi del presepe sono Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Quest’ultimo, rappresentante l’Africa, è di colore.

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