Vallo, caso suor Soledad: non ci furono abusi. No al risarcimento

Il caso suor Soledad si chiude definitivamente. Nessun risarcimento per le famiglie coinvolte, non ci furono abusi

Di Carmela Santi

VALLO DELLA LUCANIA. Dopo 15 anni si chiude definitivamente il processo Suor Soledad. La Corte d’Appello di Salerno, che ha riesaminato la vicenda sollevata dalla difesa delle parti civili, ha rigettato la richiesta di risarcimento danni avanzata per presunte molestie sessuali dai genitori dei bambini che frequentano l’asilo di Vallo della Lucania.

Sul processo penale era già stata messa la parola fine con l’assoluzione delle tre suore coinvolte. Nel 2017 la Corte Suprema aveva annullato con rinvio alla Corte d’Appello per gli interessi civili limitatamente ai reati di violenza sessuale contestati a Suor Soledad e favoreggiamento alle due consorelle.

Caso Suor Soledad, nessun risarcimento

Nessun risarcimento per le famiglie coinvolte, nell’asilo non ci furono molestie sui piccoli alunni. La somma chiesta dalle famiglie avrebbe portato lo storico istituto religioso, gestito dalle Suore di Santa Teresa, a dover sborsare una cifra milionaria. Su oltre 40 bambini ed altrettante famiglie coinvolte negli ultimi procedimenti civili si erano costituite una dozzina di famiglie. Gli stessi bambini coinvolti, che all’epoca dei fatti avevano dai tre ai cinque anni, oggi diventati maggiorenni si sono costituiti parte civile nel processo.

A questo punto salvo un ulteriore ricorso da parte delle famiglie la vicenda giudiziaria può dirsi chiusa. «Quindici lunghi anni – ricorda l’avvocato Vincenzo Cannavacciulo, che sin dall’inizio ha seguito legalmente le suore coinvolte dalle gravi accuse – Una brutta vicenda che ha messo l’istituto religioso, le famiglie coinvolte e l’intera comunità di Vallo alla gogna mediatica. Si chiude così una vicenda che non avrebbe dovuto mai aprirsi e che ha provocato dolori insanabili e danni non ristorabili».

Le indagini

Il secondo filone di indagine coinvolse anche un muratore e un giovane fotografo, assolti anche loro da ogni accusa. La vicenda risale al 2006 quando l’asilo Paolo VI venne travolto da un’inchiesta per pedofilia. Coinvolta Suor Soledad, la novizia peruviana Carmen Soledad Bazan Verde, il muratore presunto fidanzato di Soledad e il fotografo, accusato di foto pedopornografiche. Poi accusate anche le consorelle Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, per favoreggiamento.

Il muratore e il fotografo furono assolti già in primo grado dal tribunale di Vallo della Lucania, che invece condannò a 8 anni suor Soledad per pedofilia e a 16 mesi le consorelle. Poi in appello la svolta con l’assoluzione degli accusati. Chiuso il processo penale era andato avanti quello civile per il risarcimento danni chiesto dalle famiglie. Nel frattempo Suor Soledad ha lascito l’Italia, è tornata nel suo paese di origine, il Perù.

A quanto pare ha tolto i veli, non è più suora ed avrebbe ottenuto anche un risarcimento danni per oltre 60mila euro per ingiusta detenzione. La novizia subito dopo lo scandalo fu messa agli arresti domiciliari.

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